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Festa unitaria AC

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E' con una festa che l'Ac diocesana vuole vivere l'ultimo incontro dell'anno formativo. L'evento è previsto nel pomeriggio (dalle 16.00) del 14 giugno a Sant'Angelo a Fasanella.

L'appuntamento vedrà le famiglie di Ac riflettere insieme al nostro Vescovo Antonio sulla bellezza e la necessità di stupirsi ed avere il coraggio della creatività illuminata dalla fede perché "la realtà sorprende l'idea"!!!

Sarà ospite l'ACR band della diocesi di Cerreto Sannita.

Durante la festa saranno indicate le date e le modalità di partecipazione agli appuntamenti estivi.

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Raccontare Dio con semplicità...

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14 Giugno 2015 - XI Domenica del Tempo Ordinario

Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna. (Canto al Vangelo)

E’ come un uomo che getta il seme… È come un granello di senapa (Mc 4,26.31)

Le due parabole di oggi, il seminatore che sparge seme e il granello di senapa, rientrano in un discorso più ampio che Marco delinea nel suo Vangelo, il cosiddetto "discorso in parabole", momento importante per tutto l'insegnamento che l'evangelista intende offrire. In questa sezione Marco esplicita l'insegnamento di Gesù, con le tre parabole che hanno in comune l'elemento del seme, ma cosa più importante con questo insegnamento il discepolo inizia ad entrare nel mistero di Gesù in modo lento e graduale.

Una domanda che certamente tutti ci siamo posti è: ma esiste il Regno di Dio? Se esiste, cos'è e come si manifesta? E la parola di Dio che efficacia ha? La Parola di oggi intende rispondere a questi interrogativi: il Regno di Dio e la Parola di Cristo sono presenti nella vita del mondo, ma come un seme che viene gettato nel terreno del mondo. Il Regno di Dio viene e questo è sicuro, ma non sta a noi decidere il come e il quando, perché l’azione di Dio sfugge all’efficienza umana. Il seme ha in se la forza per germogliare, come la Parola di Dio possiede in se la forza che le permette di germogliare e portare frutto per la vita del mondo. Crescita ed ascolto della Parola è strettamente collegato alla crescita ed instaurazione del Regno, più la Parola è accolta, più il Regno di Dio entra nelle pieghe della nostra umanità.

Spesso noi uomini vogliamo che tutto accada per incanto, immediatamente, senza attesa; in relazione a Dio accade lo stesso, vogliamo che egli intervenga quando diciamo noi, desideriamo un Dio che agisca ad un nostro cenno. Questa è una caricatura che noi stessi abbiamo prodotto, il nostro falso dio che assomiglia tanto a noi.

Dio si rivela nella piccolezza, senza trambusti e senza capovolgimenti, è la logica di Dio! E più il discepolo entra in questo orizzonte, più la sua esistenza si apre a percorsi inediti di speranza.

Signore apri il nostro cuore e comprenderemo le Parole del Figlio tuo e così porteremo frutto per la vita del mondo.

+ P. Antonio De Luca
Vescovo di Teggiano-Policastro


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Vincitori concorso artistico e letterario Mare Nostrum

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Nell’ambito del Concorso Artistico Letterario “Mare Nostrum”, in seguito alla valutazione delle opere e degli elaborati presentati dagli studenti degli Istituti Superiori di secondo grado della provincia di Salerno, si comunicano i nomi dei vincitori della sezione letteraria ed artistica.

SEZIONE LETTERARIA:
1° PREMIO: Roberta Boiero - IV A - Liceo Scientifico “A.Gatto” - Agropoli - con il racconto “Un mare di speranze”;
2° PREMIO: Paolo Maria D’Onza e Marco Della Corte - V A - Liceo Scientifico “F.Severi” - Salerno - con il racconto “Ars longa, vita brevis”;
3° PREMIO: Carmen Di Donato - IV C - Istituto d’Istruzione Superiore “Marco Tullio Cicerone” - Sala Consilina - con il racconto “Ai miei sogni non chiedo più nulla”.

SEZIONE ARTISTICA:
1° PREMIO: Mario Capo e Samuele D’Amico - V A - Istituto d’Istruzione Superiore “P. Leto” - Teggiano per l’opera “Aggrappati ad una speranza”;
2° PREMIO: Francesca D’Anza - V A - Istituto d’Istruzione Superiore “P. Leto” - Teggiano per l’opera “Mare Mostrum”;
3° PREMIO: Chiara Pepe - IV A - Istituto d’Istruzione Superiore “P. Leto” - Teggiano per l’opera “Aurora Boreale”.

Durante la premiazione verrà conferita Menzione Speciale.
La Commissione della sezione artistica segnala con MENZIONE SPECIALE:
1) L’opera dal titolo Barlume di Speranza di Giovanni Vicidomini della classe III A del Liceo Scientifico “B.MANGINO” di Pagani “per il messaggio di speranza che viene percepito”.

La premiazione si svolgerà l’8 Giugno 2015 alle ore 9,30 presso il Salone Bottiglieri di Palazzo Sant’Agostino - Sede della Provincia di Salerno.

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Corpus Domini 2015

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Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, 
il suo sangue per noi versato 
è la bevanda che ci redime da ogni colpa (dal Prefazio). 

"Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti...". (Mc. 14,22-24).

La solennità del Corpus Domini inserisce la comunità ecclesiale in un mistero di amore e di comunione che nasce nel momento più doloroso della vita di Gesù Cristo. Quando egli già sa che la sua vita volge al termine, prima di ritornare al Padre, nella notte del tradimento e della dispersione dei suoi discepoli, il Signore compie l'atto di donazione più pieno lasciando alla sua Chiesa il sacramento della sua presenza, corpo e sangue.

Gesù nella sua ultima cena, oltre a celebrare la pasqua così come prescritto dalla legge, compie dei gesti attraverso i quali continuerà ad essere presente nella comunità dei credenti: prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro... così declinati questi verbi significano che un'alleanza nuova da ora segnerà il rapporto tra il divino e l'umano, da ora non ci sarà più bisogno di offrire sacrifici per il perdono dei peccati, ma da ora l'unico e definitivo sacrificio sarà quello compiuto da Gesù.

Nella pericope evangelica è sottolineato il contesto pasquale che non vuole essere una semplice annotazione cronologica, bensì uno sfondo che immette il lettore nella comprensione del significato interiore dell'evento che Gesù sta per compiere. La pasqua per l'ebreo contemporaneo di Gesù significava celebrare la partenza dall'Egitto e la conseguente libertà operata da Dio. Tutto era in tono di festa: la sala preparata, il vino, l'agnello e la convivialità caratterizzava la celebrazione della Pasqua. Tuttavia non era solo celebrare un ricordo, appartenente ad un lontano passato, bensì la festa di pasqua ben presto assunse la dimensione dell'attesa.

Questo contesto di festa stride fortemente con il dramma che Gesù vive e che ora giunge a compimento. Gesù conosce che sta per compiersi la sua ora, uno dei discepoli lo tradirà, i suoi nemici cercano di toglierlo di mezzo, i discepoli sono pronti alla fuga. Proprio in questo contesto avviene la consegna.

Pane e vino sono gli alimenti della nostra vita quotidiana, il pane necessario al sostentamento, il vino, celebrato dalla Scrittura come il segno inequivocabile della gioia, ora diventano gli elementi nei quali possiamo accedere alla comunione con Dio, dopo che lo Spirito Santo, con la sua azione ne cambia la sostanza in Corpo e Sangue del Signore Gesù. «Tu chiedi in che modo il pane diventa Corpo di Cristo e il vino... Sangue di Cristo? Te lo dico io: lo Spirito Santo irrompe e realizza ciò che supera ogni parola e ogni pensiero... Ti basti sapere che questo avviene per opera dello Spirito Santo, allo stesso modo che dalla Santa Vergine e per mezzo dello Spirito Santo il Signore, da se stesso e in se stesso, assunse la carne» (San Giovanni Damasceno, De fide orthodoxa, 4, 13: PG 94, 1142A).

+ P. Antonio De Luca
Vescovo di Teggiano-Policastro