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San Lucido

Scritto da Super User.

Cittadino e Protettore di Aquara
 
San Lucido visse tra il sec. X e il sec. XI. Ben presto sentì il bisogno di abbandonare il mondo per vivere la sua vocazione nel monastero benedettino di San Pietro, che sorgeva poco distante da Aquara, suo paese natale, sul declivio della collina, presso il fiume Calore. Il Signore gli concesse una vita abbastanza lunga e ciò gli permise di viag­giare e portare la sua testimonianza di vita religiosa a molti fratelli. Lucido trovò il segreto della sua ascesi spirituale nel motto benedettino: "Ora et labora" e quando fu maturo per l’apostolato da Aquara passò a San Magno, presso la città di Fondi (LT), dove rimase, però, poco tempo. Passò infatti a Montecassino, dove era abate il saggio Aligerno. Alla morte di questi, mentre i monaci si accingevano, secondo la regola, ad eleggerne il successore, si presentò al monastero Aloara, Principessa di Capua, che impose, come nuovo Abate, Mansone, cugino di suo marito. Questa intromissione inasprì gli animi, anche se i più deboli si piegarono al volere e alle lusinghe votando a favore di Mansone, che venne così eletto Abate. Poiché la regola benedettina prescriveva di scegliere un monaco della medesima comunità, i migliori si mantennero fermi contro la scelta di Mansone e si allontanarono da Montecassino. Tra questi anche Lucido di Aquara, che preferí mettersi in pellegrinaggio verso la Terra Santa. Arrivò cosí in Palestina dove si fermò per due anni, dopo di che pensò di ritirarsi in un luogo solitario presso Salerno. Nelle vicinanze di Aquara costruí poi la chiesetta di Maria SS. del Piano e, per alcuni anni, percorse buona parte dell’Italia Meridionale, predicando ai fratelli con la parola e con l’esempio. Nell’ultimo periodo della sua vita fondò il monastero di S. Maria dell’Albaneta nelle vicinanze di Montecassino, dove concluse il suo cammino terreno, come Priore, il 5 dicembre 1038. Nel 1498 fu fatta la solenne traslazione dei suoi resti mortali alla chiesa parrocchiale di S. Nicola di Bari in Aquara. Dopo nove secoli di ininterrotta memoria e venerazione della sua santità, il Papa Leone XIII, con Decreto della Sacra Congregazione dei Riti, datato 8 gennaio 1880, ne riconosceva il pubblico culto.