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La gioia della famiglia

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Dal 28 al 31 maggio a Maputo Mumemo (Mozambico) si è tenuto il Seminario La gioia della famiglia organizzato dalla CCEE e SECAM che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di tutte le Conferenze Episcopali d'Europa, dell'Africa e Madagascar.

La Celebrazione dell'Eucarestia ha dato inizio ai lavori nella serata di giovedì 28 maggio. Il giorno seguente, dopo la celebrazione delle lodi, c'è stato il saluto di benvenuto da parte dell'Arcivescovo di Maputo Mons. Francisco Chimoio, del Nunzio Apostolico Mons. Edgar Peña Parra, dei Presidenti del CCEE e del SECAM. Dopo la presentazione di ognuno dei partecipanti, sono iniziati gli interventi previsti.

Ci si è particolarmente soffermati sulle indicazione del Sinodo straordinario dell'ottobre 2014, ognuno dei Vescovi presenti ha richiamato il valore indiscutibile della famiglia che, anche se attraversata da tante problematiche, rimane il luogo privilegiato della vita, dell'educazione, delle relazioni, dell'amore offerto e ricevuto. La famiglia è indispensabile per ogni persona perché antropologicamente una persona può svilupparsi come uomo o donna solo nella famiglia, per questo la famiglia è necessaria all'essere umano. Nella famiglia, inoltre, si riceve spesso il primo annunzio della fede, i genitori sono tali non solo perché trasmettono la vita o educano i figli, ma anche perché essi sono i primi "Sacerdoti" della fede dei loro figli.

È fondamentale trasmettere alle nuove generazioni la fiducia nella famiglia, sempre più spesso i giovani sognano di sposarsi, di formare una famiglia. Purtroppo spesso non si è stati in grado di offrire loro modelli sani di famiglia, determinando la crisi dell'istituto familiare.

I genitori devono riscoprire la loro fondamentale vocazione di essere per i figli testimoni di amore che, anche se attraversato dal logorio del tempo, tuttavia conserva la fraschezza del primo giorno.

È necessaria allora la comunione di mente, di cuore, riscoprire la genitorialità e la figliolanza, la fraternità, tutti doni d'amore e di misericordia, nella verità. Le Beatitudini devono costituire la medicina a tutte le situazioni dolorose nella quali spesso le nostre famiglie vivono. Le Beatitudini perché sono il centro della predicazione di Gesù, attuano le promesse di Dio, hanno il volto dello stesso Gesù e manifestano all'uomo il fine ultimo dell'esistenza.

Si è inoltre sottolineato come la famiglia deve costituire il centro delle preoccupazioni della politica nei vari Paesi, ribadire con forza il disegno naturale sulla famiglia, senza aver timore di contrastare la cultura dominante, dove spesso ciò che non è politicamente corretto è condannato.

Il dibattito nel pomeriggio del 30 maggio si è concentrato sulla formulazione del messaggio finale da inviare ai fedeli di Europa, Africa e Madagascar (in allegato).

Domenica 31 maggio, Solennità della Santissima Trinità, una grande concelebrazione in una Parrocchia di Maputo ha concluso i lavori del Seminario.

I partecipanti:

SECAM
Sua Eccellenza Mons. Lucio Andrice Muandula, Vescovo di Xai-Xai, Mozambico.
Sua Eccellenza Mons. Francisco Chimoio, Arcivescovo di Maputo, Mozambico.
Sua Eccellenza Mons. Gabriel Mbilingi, Arcivescovo di Lubango, Angola, Presidente del SECAM.
Sua Eccellenza Mons. Louis Portella Mbuyu, Vescovo di Kinkala, Congo-Brazaville.
Sua Eccellenza Mons. Charles G. Palmer Buckle, Arcivescovo di Accra, Ghana.
Sua Eccellenza Mons. Samuel Kleda, Arcivescovo di Douala, Cameroun.
Sua Eccellenza Mons. Benjamin Marc Ramarason, Arcivescovo di Diego Suarez, Madagascar.
Sua Eccellenza Mons. Emmanuel Badejo, Vescovo di Oyo, Nigeria.
Sua Eccellenza Mons. Jose Camnate Na Bissign, Vescovo di Bissau, Guinea Bissau.
Sua Eccellenza Mons. Sithembele Anton Sipuka, Vescovo di Mthatha, South Africa.
Sua Eccellenza Mons. Smaragde Mbonyintege, Vescovo di Kabgayi, Rwanda.

CCEE
Sua Eccellenza Mons. François Garnier, Arcivescovo di Cambrai, Francia.
Sua Eccellenza Mons. Sevastianos Rossolatos, Arcivescovo di Atene.
Sua Eccellenza Mons. Ludwig Schick, Arcivescovo di Bamberg, Germania.
Sua Eccellenza Mons. Francisco Perez Gonzalez, Arcivescovo di Pamplona, Spagna.
Sua Eccellenza Mons. Milan Sasik, Vescovo dei Greco cattolici, Eparchia di Mukachevo, Ucraina.
Sua Eccellenza Mons. Anders Arborelius, Vescovo di Stoccolma, Svezia.
Sua Eccellenza Mons. Declan Lang, Vescovo di Clifton, Inghilterra.
Sua Eccellenza Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro, Italia.
Sua Eccellenza Mons. Everard J. De Jong, Vescovo Ausiliare di Roermond, Olanda.
Sua Eccellenza Mons. Manuel Linda, Ordinario Militare, Portogallo.
Fr. Anselm Van Der Linde, Abate di Wettingem Mehrerau, Austria.

 

Allegati:

Messaggio del Seminario Ccee-Secam 2015 Mumemo, Mozambico

Album delle foto

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Con lo sguardo di Cristo nel mondo della sofferenza

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"Con lo sguardo di Cristo nel mondo della sofferenza. Cinque vie «per una comunità degli uomini più giusta e fraterna»" è il titolo del XVII Convegno Nazionale di pastorale della salute che si celebrerà ad Assisi dal 8 al 10 giugno 2015.

Anche una delegazione di laici della nostra diocesi impegnati nel settore, guidata dal Direttore diocesano don Pasquale Pellegrino, parteciperà a questo evento ecclesiale che alla luce delle «cinque vie verso l’umanità nuova» (uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare) proposte dalla Traccia per Firenze, offrirà riflessioni ed esperienze che ci aiuteranno a «comprendere la realtà e cercare strade per governarla».

Le diverse sessioni saranno aperte da alcuni video che racconteranno esperienze vissute nel mondo della pastorale della salute al fine di condividere buone pratiche e guardare a «gesti di vita nuova e di umanità diversa.

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Gli Uffici diocesani Comunicazioni raccolti alla CEI

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E' in corso a Roma, presso gli Uffici della CEI, l'incontro nazionale degli Uffici Diocesani per le Comunicazioni Sociali. Mons. Domenico Pompili, Vescovo eletto di Rieti, traccia un bilancio degli anni trascorsi alla guida dell'Ufficio e indica alcune prospettive per il cammino futuro.

A condurre i lavori il nuovo Direttore, don Ivan Maffeis.

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Trinità 2015

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Voi siete figli di Dio: egli ha mandato nei vostri cuori
lo Spirito del Figlio suo, che grida “Abbà, Padre”. (Gal 4,6).

Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. (Mt. 28,19-20)

Il mistero trinitario riguarda profondamente la vita dell'uomo, non è un teorema astratto che non ha nulla a che fare con la nostra povera umanità.

La rivelazione afferma che la nostra umanità, assunta da Gesù Cristo, ha acquisito una grande dignità, quella di poter condividere la vita divina. In Gesù la nostra condizione di persone limitate e contingenti è superata da un immenso bisogno di eternità, che non vuol dire aggiungere tempo alla nostra vita, ma riempire di vita il tempo che Dio ci dona.

Non è semplice parlare della Trinità, di Dio noi uomini non siamo in grado di dire granché, di questo mistero infinito possiamo solo balbettare una minima parte, le nostre categorie razionali non ci permettono di esaurire il mistero. Tuttavia conosciamo Dio proprio grazie alla rivelazione che egli fa di sé, mostrandosi come relazione e comunione di persone.

La festa di oggi è l'opportunità che la liturgia ci offre per lodare, ringraziare, adorare il nostro Dio comunione tra Padre, Figlio e Spirito Santo.

Il Vangelo di oggi ci manifesta questa comunione-relazione che non rimane prerogativa di Dio trinità, ma inserisce l'umanità in questa relazione: «Andate fate discepoli i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Quello del Vangelo è un richiamo alla missione, quell'andare è l'invito a non rimanere immobilizzati nelle false certezze che appiattiscono la nostra esistenza. Inviati nel nome della Trinità abbiamo la certezza che la Chiesa non agisce per fare proselitismo, ma unicamente per contribuire alla realizzazione di quel Regno che Gesù Cristo è venuto ad inaugurare.

In quanto comunità cristiana siamo convocati sul monte per ricevere dal Risorto il mandato missionario, mettendo da parte il dubbio che non poche volte invade il nostro spirito. Ci prostriamo davanti al Signore, sappiamo che lui costituisce la risposta ad ogni nostra preoccupazione, ma spesso nutriamo dubbi che, se da un parte tengono desta la nostra attenzione e la nostra intelligenza, dall'altra ci mortifica e ci paralizza nei nostri timori.

La perfetta comunione che nutre la relazione trinitaria identifica la nostra aspirazione a relazioni vere, autentiche, libere dalla tentazione dell'isolamento. Questo soprattutto nella famiglia: «Chiamata ad essere immagine del Dio Unico in Tre Persone non è solo la Chiesa, ma anche la famiglia, fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna. In principio, infatti, “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi” (Gen 1,27-28)... L’amore è ciò che fa della persona umana l’autentica immagine della Trinità, immagine di Dio. Cari sposi, nel vivere il matrimonio voi non vi donate qualche cosa o qualche attività, ma la vita intera. E il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, perché desiderate e realizzate il bene l’uno dell’altro, sperimentando la gioia del ricevere e del dare. E’ fecondo poi nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell’educazione attenta e sapiente. E’ fecondo infine per la società, perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione». (Benedetto XVI, Domenica, 3 giugno 2012, Solennità della Santissima Trinità).

+ P. Antonio De Luca
Vescovo di Teggiano-Policastro