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Eppure irrompe

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Cari giovani della Diocesi, riprende il nostro cammino, in un anno particolare in cui più che mai Dio entra nella nostra vita. Si, infatti, Lui è il Dio che irrompe e che sa "rompere"; rompe la nostra quotidianità e la rende straordinaria.

Ci saranno in questo anno giubilare e in preparazione alla Giornata mondiale della gioventù momenti in cui vi viene chiesto di rompere con l'indifferenza e lasciare che Lui irrompa nella vostra vita.

Con i giovani della zona del mare (foranie di Camerota e Policastro) ci incontreremo domenica 8 novembre presso le Suore Elisabettine Bigie di Capitello, alle ore 16.30.

Con i giovani della zona del Vallo di Diano (foranie di Teggiano-Sala, Polla, Padula-Montesano) ci incontreremo domenica 15 novembre presso l'Auditorium di atena lucana scalo, alle ore 16.30, vi aspettiamo.

Con i giovani della zona degli Alburni e del Fasanella ci incontreremo sabato 28 novembre presso l'oratorio di Postiglione, alle ore 16.30.

Vi aspettiamo.

Ps. Non ci stancheremo di rompervi.
Don Luciano e don Donato.

 

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La vita riuscita

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1 novembre 2015 - Solennità di tutti i Santi


“O Padre, mirabile in tutti i tuoi Santi,
fa’ che raggiungiamo anche noi la pienezza del tuo amore ”. (dalla Liturgia)


La festa di oggi, che medita sulla testimonianza di tutti i santi, apre il cuore alla speranza e alla realizzazione della nostra santità senza mai perderci d’animo. La santità è possibile ed è la vocazione di ogni battezzato, di chiunque decide di realizzare il Vangelo nella concretezza del quotidiano. Il Vangelo delle beatitudini è la carta che segna il cammino, che dobbiamo avere sempre con noi, nell’esistenza spesso perdiamo l’orientamento e questo particolare insegnamento di Gesù è in grado di riportare noi stessi verso il punto in cui tutta la creazione converge, Dio. È uno dei brani della Scrittura più conosciuto e, per questo forse, spesso disatteso.

Non è una pagina di morale, di buon comportamento o di indicazioni concrete da sforzarsi di vivere: le beatitudini possiamo identificarle con la vita di Gesù e sono per noi un’occasione unica per cambiare radicalmente, mutare la nostra mentalità, assumere una spiritualità che invade di divino ogni ambito della esistenza. Queste parole pronunciate da Gesù sono un annuncio che il Regno di Dio è presente nella persona di Cristo e mai come in questo caso, la vita di Cristo si dispiega lungo le beatitudini, lui le realizza in sé, un insegnamento che tocca la vita e che non riguarda solo quello che accadrà, nel futuro, ma interessa l’oggi dell’esistenza di Cristo, come della nostra.

Gesù è un rabbì seguito, ascoltato: «Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano» (Mt. 4,25). Un insegnamento che non può restare esclusivo di alcuni, le beatitudini sono per ogni uomo, di ogni tempo e di ogni latitudine. Solo se le beatitudini fanno breccia nella nostra mente e nel nostro cuore possiamo essere certi di vivere una vita nuova.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio
Vescovo di Teggiano-Policastro


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Colletta per gli alluvionati del Sannio

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La Caritas di Teggiano-Policastro, raccogliendo l'invito del Vescovo Mons. Antonio De Luca, ha indetto per Domenica 1 novembre 2015 - solennità di tutti i Santi - in tutte le chiese della Diocesi una colletta straordinaria in favore delle popolazioni alluvionate del Sannio.

La colletta di domenica prossima vuole essere segno concreto della vicinanza della nostra Chiesa locale alla Diocesi sorella di Benevento e nello stesso tempo un aiuto per poter riprendere serenamente le attività e tornare alla normalità.

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Il Messia riconosciuto

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25 ottobre 2015 - XXX Domenica del Tempo Ordinario


“Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto”. (Sal 105,3-4)


Per cercare abbiamo bisogno di vedere, ma non sempre la vista è sufficiente perché il risultato sia ottenuto. C’è un intuito, che molti chiamano sesto senso, che permette di andare oltre a ciò che appare alla nostra vista e che ci fa essere soddisfatti della ricerca. Capita infatti di avere sotto gli occhi qualcosa che cerchiamo, senza rendercene conto. La vista non basta… soprattutto nella ricerca di Dio, l’interiorità sa andare oltre, ciò che la coscienza di una persona sa concepire supera di gran lunga i risultati dei nostri sensi. È quello che il cieco del Vangelo di questa domenica ha sperimentato. Basta andare dietro qualche rigo per averne le prove. Tra i discepoli infatti non vi erano persone cieche, tutti ci vedevano alquanto discretamente, eppure non riconoscono in Gesù il compiersi delle promesse, il realizzarsi della salvezza. Vedono con gli occhi, ma non sanno andare oltre, troppo intenti alle cose di quaggiù. Il cieco intuisce, riconosce, invoca, ottiene. In questo brano interagiscono Gesù e Bartimeo, i discepoli oggi sono un contorno appena accennato, il tema della sequela è ancora dominante, ma i discepoli non sono stati in grado di essere pronti a tutto per seguire Gesù, per loro ci vorrà ancora tempo. Tra loro e il cieco c’è infatti una contrapposizione e neanche tanto sottile: i discepoli impersonificano perplessità, ritardi, incomprensioni; Bartimeo, invece, con l’unica forza che ha (la voce) invoca la guarigione e, riacquistata la vista, inizia a seguire il Maestro. Marco ci sta dicendo che il modello della sequela è l’ex cieco, senza dubbio Bartimeo costituisce l’esempio di una sequela pronta e generosa.

Una sequela che produce salvezza, Bartimeo era cieco e seduto lungo la strada. Ora ci vede e segue Gesù. L’incontro con Gesù gli ha cambiato la vita in modo travolgente. All’obiezione dei discepoli che avevano chiesto: Ma chi può salvarsi (Mc. 10, 26), Gesù risponde indicando il cieco Bartimeo. Preghiera e fede permettono all’uomo di risollevarsi dalla sua miserevole condizione e di ristabilirsi nella dignità.

Questo è l’ultimo miracolo che Gesù compie nel Vangelo di Marco, il primo era stato la liberazione di un indemoniato: con questi segni Gesù annienta definitivamente le forze contrarie alla sua presenza: il maligno che inganna e ruba il seme gettato sulla strada (Bartimeo era seduto lungo la strada) e la cecità dell’uomo che non gli permette di seguire il Maestro con prontezza e generosità.

Anche noi, ciechi alla ricerca della vera luce che illumina ogni uomo (Gv. 1, 9), invochiamo il Signore perché ci liberi e ci doni il coraggio di essere suoi discepoli. Buona e santa domenica!

+ P. Antonio
Vescovo di Teggiano-Policastro