25 ottobre 2015 - XXX Domenica del Tempo Ordinario
“Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto”. (Sal 105,3-4)
Per cercare abbiamo bisogno di vedere, ma non sempre la vista è sufficiente perché il risultato sia ottenuto. C’è un intuito, che molti chiamano sesto senso, che permette di andare oltre a ciò che appare alla nostra vista e che ci fa essere soddisfatti della ricerca. Capita infatti di avere sotto gli occhi qualcosa che cerchiamo, senza rendercene conto. La vista non basta… soprattutto nella ricerca di Dio, l’interiorità sa andare oltre, ciò che la coscienza di una persona sa concepire supera di gran lunga i risultati dei nostri sensi. È quello che il cieco del Vangelo di questa domenica ha sperimentato. Basta andare dietro qualche rigo per averne le prove. Tra i discepoli infatti non vi erano persone cieche, tutti ci vedevano alquanto discretamente, eppure non riconoscono in Gesù il compiersi delle promesse, il realizzarsi della salvezza. Vedono con gli occhi, ma non sanno andare oltre, troppo intenti alle cose di quaggiù. Il cieco intuisce, riconosce, invoca, ottiene. In questo brano interagiscono Gesù e Bartimeo, i discepoli oggi sono un contorno appena accennato, il tema della sequela è ancora dominante, ma i discepoli non sono stati in grado di essere pronti a tutto per seguire Gesù, per loro ci vorrà ancora tempo. Tra loro e il cieco c’è infatti una contrapposizione e neanche tanto sottile: i discepoli impersonificano perplessità, ritardi, incomprensioni; Bartimeo, invece, con l’unica forza che ha (la voce) invoca la guarigione e, riacquistata la vista, inizia a seguire il Maestro. Marco ci sta dicendo che il modello della sequela è l’ex cieco, senza dubbio Bartimeo costituisce l’esempio di una sequela pronta e generosa.
Una sequela che produce salvezza, Bartimeo era cieco e seduto lungo la strada. Ora ci vede e segue Gesù. L’incontro con Gesù gli ha cambiato la vita in modo travolgente. All’obiezione dei discepoli che avevano chiesto: Ma chi può salvarsi (Mc. 10, 26), Gesù risponde indicando il cieco Bartimeo. Preghiera e fede permettono all’uomo di risollevarsi dalla sua miserevole condizione e di ristabilirsi nella dignità.
Questo è l’ultimo miracolo che Gesù compie nel Vangelo di Marco, il primo era stato la liberazione di un indemoniato: con questi segni Gesù annienta definitivamente le forze contrarie alla sua presenza: il maligno che inganna e ruba il seme gettato sulla strada (Bartimeo era seduto lungo la strada) e la cecità dell’uomo che non gli permette di seguire il Maestro con prontezza e generosità.
Anche noi, ciechi alla ricerca della vera luce che illumina ogni uomo (Gv. 1, 9), invochiamo il Signore perché ci liberi e ci doni il coraggio di essere suoi discepoli. Buona e santa domenica!
+ P. Antonio
Vescovo di Teggiano-Policastro