13 dicembre 2015 - III Domenica di Avvento
“Egli ha in mano il ventilabro
per ripulire la sua aia
e per raccogliere il buon frumento nel suo granaio”. (Lc 3,17)
Dal Vangelo di questa domenica di avvento emerge impetuosa la figura di Giovanni Battista che, per nulla simile all’iconografia raddolcita che lo rappresenta, tuona contro la corruzione e il malaffare. La predicazione e il contenuto del messaggio del Battista richiede coerenza a tutti coloro che si fanno battezzare, scagliandosi contro coloro che riducono la conversione alla sola dimensione cultuale. Il battesimo non può prescindere da una svolta dell’esistenza, il cambiamento interiore è la condizione necessaria perché l’esistenza assuma significato e valore. Giovanni è il profeta che esige unità tra la fede e le opere, il rispetto di una norma non basta per dirsi cristiani. Il cambiamento e la conversione sono la condizione per accogliere con gioia la venuta del Redentore.
Non sono le appartenenze che ci assicurano la salvezza, non i gruppi, non l’apparato perfettamente funzionante di una struttura, ma l’incontro personale con la persona di Gesù Cristo, che Giovanni indica presente nel mondo. Quanti rischi corriamo in questo senso!
Abbiamo dato avvio all’Anno Santo della Misericordia. Il Giubileo della misericordia ci metta al riparo dal rischio di svuotare di senso questo tempo di Grazia. Il pericolo che corriamo è quello di fare troppa teoria sul Giubileo, dimenticando che esso nasce e si motiva con una grande forza profetica, spinge alla verifica, invoca l’uguaglianza, impone persino la restituzione (Gen 1; Es 12; Lv 25), apre nuovi percorsi e suscita interrogativi. La reale mistica di un Giubileo ha sempre una valenza teologale, relazionale e sociale. Una forza eversiva e spirituale che spinge a denunciare le prevaricazioni, a risanare i rapporti eliminando finzioni e doppiezze; a smascherare le strategie di affermazione, di successo, e di apparenza che si costruiscono spesso sulla debolezza altrui e le umane fragilità. La Chiesa che celebra il Giubileo della Misericordia deve traboccare di misericordia come il cuore del Padre. Non è abbastanza riconoscere ed identificare Dio come misericordioso, la comunità dei credenti, per essere tale, deve avvertire come sua specifica missione la misericordia.
Giovanni Battista si pone sulla scia degli antichi profeti che mettono in guardia da un’osservanza esteriore che compromette la relazione con Dio e con gli altri. Da qui le indicazioni ben precise che egli dà alle persone che si ricolgono a lui: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto; Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato; Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Richiami alla concretezza, all’onestà, alla trasparenza. Richiami sempre attuali, validi in ogni tempo, soprattutto nel nostro.
Buona e santa domenica!
+ P. Antonio
Vescovo di Teggiano-Policastro