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Con noi per sempre

Scritto da Massimo La Corte on .

 

Con noi per sempre...

“Uomini di Galilea, 
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l’avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà”. (At 1,11)

 

L'Ascensione è una festa dal sapore squisitamente umano, è un evento che non si limita a riguardare solo Gesù, ma riguarda profondamente anche ogni credente creato a immagine e somiglianza di Dio Trinità, riguarda la Chiesa chiamata ad incamminarsi verso la pienezza della vita in Cristo e ad essere destinataria dell'eternità. 

Chiunque ha visitato Gerusalemme certamente ricorderà che alla sommità del Monte degli Ulivi vi è una piccola edicola senza copertura al centro della quale è posta una pietra con impressa l'impronta di un piede. La tradizione colloca in quel luogo il momento nel quale Gesù convoca la comunità dei credenti per consegnare il mandato di proclamare il Vangelo e di battezzare e mentre dona la benedizione si stacca da terra per essere portato verso il cielo proprio da quella pietra.

Siamo testimoni di un amore intramontabile di Dio il quale ha acceso nel cuore dell'uomo la nostalgia di Lui. L'Ascensione è ancora una dimostrazione dell'amore del Signore: non si separa da noi, non ci abbandona, non ci lascia. L'Ascensione inaugura una modalità nuova della sua presenza nella Chiesa. Non è il suo allontamento, non è assenza, Gesù stesso ci rassicura: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 20). È vero, non appare più la sua umanità,  ma la presenza di Gesù è assicurata dal dono sacramentale dell'Eucaristia.

Inizia così il tempo della Chiesa, il tempo della  testimonianza che durerà fino al ritorno del Signore. Comincia ad avverarsi la parola di Gesù che abbiamo ascoltato nella II domenica di Pasqua: "Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto". Gesù chiede di testimoniare, di non aver paura, di essere per gli uomini di ogni tempo un segno sicuro della sua Parola. Ci chiede la credibilità dell'amore richiamata nelle scorse domeniche, di essere certi della sua presenza che mai verrà meno.

Per compiere quest'opera la Chiesa ha bisogno dello Spirito Santo che insegna e ricorda tutto ciò che Gesù ha detto e ha fatto. È il dono del Risorto che rinnova l'esistenza del credente, lo rende capace, al di là di ogni imperfezione, di essere segno della sua misericordia e del suo amore per l'umanità. 

È la vocazione di ogni battezzato, è la nostra vocazione.

Buona e santa domenica!

+p. Antonio, Vescovo.