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Ascoltare la voce

Scritto da Massimo La Corte on .

17 Aprile 2016 - IV Domenica di Pasqua


Le mie pecore ascoltano la mia voce
e io le conosco ed esse mi seguono


La Parola di questa domenica ci introduce nel grande discorso di Gesù sul buon/bel Pastore, la luce della Pasqua si riverbera ancora sulle nostre comunità e la grazia di Dio inonda le nostre esistenze con la certezza della resurrezione. Siamo destinati alla pienezza e se anche la nostra vita attuale è piena di contraddizioni, abbiamo la certezza della vita senza fine che Gesù è venuto a donarci. Vita eterna è una condizione di qualità e non di quantità, non una vita interminabile, ma una condizione nuova, trasfigurata.

La riflessione oggi si fa anche preghiera per le vocazioni proprio perché Gesù ci dona l’immagine del Pastore buono, disposto a tutto pur di salvaguardare il proprio gregge. E questa è l’immagine dei sacerdoti che sono al servizio delle nostre comunità, pronti a mettersi al servizio di tutti con carità ed impegno. Non mancano certo le negligenze, i peccati, gli scandali che spesso travolgono i ministri della Chiesa. Tutto ciò va seguito e sempre più spesso perseguito, senza esitazione. La nostra attenzione però oggi si concentra sul bene che essi sono in grado di compiere con sacrificio e spesso anche nella disattenzione di tanti. Un buon sacerdote è colui che, insieme alla sua comunità, si mette in ascolto della voce del Buon Pastore, anzi egli è certamente colui che per primo deve riconoscere la voce del Maestro, tralasciando le interferenze che sempre più spesso distraggono dall’ascolto pieno e generoso della sua voce.

Il pastore che viene delineato nel Vangelo di Giovanni ha delle caratteristiche particolari. Custodisce il gregge dall’assalto dei lupi, smaschera la meschinità del mercenario e ha chiara la consapevolezza che la sua vita è in strettissima relazione con il suo gregge e che per esso è disposto al dono di se. Non indietreggia davanti ai lupi e non teme di affrontare il pastore mercenario a cui il gregge interessa poco, se in pericolo si trova egli stesso. Il coraggio lo connota in modo inconfondibile.

La relazione del pastore con le pecore si fonda sulla conoscenza che nasce dall’ascolto. Si può riconoscere la voce di Gesù solo se abbiamo dimestichezza con la sua Parola ascoltata, meditata e messa in pratica. La parola di Gesù, infatti, apre uno squarcio sulla nostra esistenza e sulla destinazione ultima della nostra vita. Seguire il nostro Pastore è inizio di vita nuova, piena e, già qui, eterna.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio
Vescovo di Teggiano-Policastro