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Il Battistero

Scritto da Super User.

Il battistero di San Giovanni in Fonte, posto a metà strada tra i confini di Padula e Sala Consilina, là dove le evidenze archeologiche pongono il borgo romano di Marcellianum, suburbio di Consilinium, è uno dei monumenti più suggestivi dell'intero territorio del Vallo di Diano. Fondato probabilmente nel IV secolo dal Papa Marcello I, fu sede vescovile fino al X secolo, quando fu assorbito nei confini dell'antica Diocesi di Capaccio e trasformato successivamente in commenda dell'ordine dei Templari. Notizie storiche. Dobbiamo a Cassiodoro una preziosa testimonianza sul monumento che rivela, tra l'altro, un particolare aspetto della vita economica del Vallo alla fine dell'evo antico, allora parte integrante della provincia di Lucania. Nel 527 Atalarico ordina a Severo, corrector, di quella provincia, di garantire il corretto svolgimento della fiera che aveva ogni anno luogo a Marcellianum, l'odierno S. Giovanni in Fonte, nella ricorrenza della festa di S. Cipriano. Poichè i contadini e i pastori con atti di brigantaggio attentavano alla sicurezza ed ai beni dei numerosi mercanti convenuti, al corrector è fatto obbligo di tutelare l'ordine pubblico con misure adeguate. Cassiodoro, che era di origini lucane, ed era stato a sua volta corrector Lucaniae et Brittiorum, aveva indubbiamente una conoscenza diretta della fiera, del luogo in cui essa si svolgeva e della condizione economica e sociale della regione. Indulge inoltre nella sua descrizione rievocando il miracolo delle acque che crescevano miracolosamente durante la celebrazione della Veglia pasquale. L'edificio primitivo, a pianta quadrata con arcate in cotto, è parzialmente mascherato da trasformazioni posteriori che ne hanno alquanto alterato la struttura. Nei pennacchi della cupola erano conservati fino a qualche tempo fa quattro affreschi raffiguranti i volti dei quattro Evangelisti, databili alla stessa epoca di fondazione del Battistero e probabilmente in rapporto con la ritrattistica imperiale di età costantiniana. Gli affreschi sono attualmente conservati nei depositi della Certosa di Padula. Il nucleo più antico dell'edificio è senza dubbio quello dove si trova la vasca (fonte battesimale) fiancheggiata da due ambulacri, mentre due strutture, come ad esempio il portico, vanno riportate agli adattamenti ed ampliamenti voluti da coloro che hanno tenuto questo complesso architettonico nel corso dei secoli. Ma la suggestione maggiore di questo monumento della cristianità è data dal flusso di acqua sorgiva che lo attraversa, che richiama il passo del Profeta Ezechiele: "Mi condusse poi all'ingresso del tempio. Ed ecco che alla soglia dell'edificio usciva acqua in direzione dell'oriente, poiché la facciata del tempio era rivolta ad est. Quell'acqua scendeva dal lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare" (Ez. 47, 1 ss). Come chiesa al servizio della circostante comunità rurale, il Battistero di San Giovanni in Fonte ha funzionato fino agli inizi del 900; poi il decadimento delle strutture murarie e l'impossibilità di sottoporle ad un adeguato restauro, ne hanno causato l'abbandono, al quale hanno fatto seguito decenni di incuria e di degrado. Fortunatamente in questi ultimi anni, nella generale presa di coscienza della necessità di salvaguardare i beni culturali e soprattutto con i congiunti interessamenti del Vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro e della soprintendenza B.A.A.A.S. di Salerno e Avellino si è potuto realizzare un primo intervento di recupero di questo antichissimo Battistero che va sempre più conosciuto e valorizzato perché rappresenta una delle più autentiche e toccanti testimonianze di fede del territorio diocesano.