31 gennaio 2016 - IV Domenica del Tempo Ordinario
“Io sono con te per salvarti”. (Ger 1,19)
Mettersi in cammino è la vocazione di ogni profeta, di chiunque decide di servire il Signore mettendo da parte ogni aspirazione ed ogni aspettativa per non ostacolare il percorso della Parola. Il profeta è l’uomo della Parola, spesso viene ritratto proprio nell’atto in cui comunica, parla, trasmette. Anche i gesti e le azioni compiute dai profeti, spesso definite come stranezze, racchiudono una forte valenza simbolica.
Spesso ciò che mette in crisi non è solo la parola del profeta, ma tutta intera la sua esistenza diventa una denuncia della decadenza dell’uomo nella sua relazione con l’Assoluto. Gesù è sulla scia dell’antica profezia, la interpreta, le dà senso, l’attualizza, la supera. Nell’oggi pronunciato da Gesù quella profezia è resa perfettamente autentica, produce novità, rende ciò che esprime.
L’apertura all’oggi di Dio, della sua salvezza, della sua misericordia è un punto nevralgico dell’esistenza del discepolo, di chiunque nella vita intende impegnarsi perché il Regno di Dio raggiunga sua pienezza. Eppure le difficoltà non mancano, il pericolo del passato incombente e paralizzante è sempre in agguato, la difficoltà di vedere le novità impediscono l’apertura della mente e del cuore.
La diffidenza su Gesù serpeggia in coloro che ascoltano la sua parola, la sua storia è fin troppo risaputa, le sue origini, la sua parentela non è garanzia di autenticità. Quanta somiglianza con il nostro modo di fare! Gesù per questo è motivo di scandalo, in ogni tempo c’è chi tenta di vanificare la forza prorompente del suo annuncio, viene osteggiato. Lo Spirito indica in Gesù la grazia e la misericordia, i suoi concittadini rivendicano invece azione straordinarie a loro favore, declassando Dio a distributore di soluzioni a buon mercato. È un rischio che corriamo tutti!
La caricatura di Dio che l’uomo si costruisce non permette di avanzare nel percorso di fede, anzi genera una forza negativa e ostile, che spinge gli abitanti di Nazareth a mettere a morte Gesù, il quale però, “passando in mezzo a loro, si mise in cammino” (Lc 4, 30). Gesù è certo che la sua vicenda appartiene al Padre, che l’uomo può ostacolare la profezia, ma non può spegnerla, né soffocarla. Egli è quel seminatore che sparge il seme della Parola certo che porterà frutto per la vita del mondo. Di questo è certo chiunque segue il Maestro e non si scoraggia di fronte all’incomprensione e al disagio del rifiuto.
Buona e santa domenica!
+ P. Antonio
Vescovo di Teggiano-Policastro