10 Aprile 2016 - III Domenica di Pasqua
Disse Gesù ai suoi discepoli: “Venite a mangiare”.
E prese il pane e lo diede loro. Alleluia. (Gv 21,12.13)
La resurrezione di Gesù è il punto di svolta della storia dell'umanità. La nostra fede è la risposta alle tante paure ed ansie che spesso tengono prigioniera l'esistenza dell'uomo. La vita ha bisogno di resurrezione, tante esistenze sono senza speranza, vivono senza prospettive che la fede sostiene, tanti fallimenti intriscono le persone, perdendo le pur semplici speranze di una vita migliore.
È l'esperienza della comunità apostolica all'indomani degli eventi tragici della morte di Gesù. Paura, amarezza, smarrimento, frustrazione, delusione è ciò che provano gli apostoli e i discepoli. Tutto era svanito facendoli ripiombare nel grigiore di un'esistenza senza slancio. Pur avendo avuto alcune testimonianze della resurrezione, l'annuncio di Maria, la presenza del Signore la sera della resurrezione, pieni di gioia per aver visto Gesù, tuttavia dopo qualche tempo decidono di lasciare Gerusalemme e tornare in Galilea, al proprio lavoro, alle rive del lago dove tutto aveva avuto inizio.
Lì in quella situazione Gesù risorto si fa presente, quando tutto sembra tristemente naufragato. Certamente non sfugge l'incapacità degli apostoli di riconoscere Gesù nel momento in cui li incontra. È il discepolo amato che lo riconosce: è il Signore! I segni della presenza del Signore sono inequivocabili, un moto di forza ed energia nuova attraversa la fede affievolita degli apostoli.
Il dialogo finale è densissimo e ridona a Pietro la serenità che nel suo cuore si era spenta la notte del rinnegamento. Gesù gli chiede per due volte "mi ami tu?" e forse gli chiede troppo perché l'amore che Gesù chiede è quello proprio di Dio, che ama e basta, che non chiede riconoscimenti e non attende ricompense, ma che si preoccupa soltanto del bene che con tenerezza deve offrire. Pietro può offrire di meno, risponde con ciò che ha e lo fa con slancio e generosità. Gli offre un affetto e un bene che nascono dall'amicizia, non ancora pronto all'amore oblativo che solo in seguito sarà in grado di offrire al Signore e all'umanità.
Abbiamo bisogno di resurrezione, abbiamo bisogno di amare come Dio in Gesù Cristo ci ha insegnato!
Buona e santa domenica!
+ P. Antonio
Vescovo di Teggiano-Policastro