12 Giugno - XI Domenica del Tempo Ordinario
O Dio, tu non ti stanchi mai
di usarci misericordia.
Dio non usa due pesi e due misure, anche se spesso possiamo pensarlo e crederlo. Non appartiene a Dio il metro di giudizio che è nostro, Dio va sempre al di là, con lui non si rischia di essere giudicati secondo le apparenze. Conosce profondamente il cuore dell’uomo, sa cosa c’è dentro di noi, è più intimo a noi di noi stessi. Non si lascia abbagliare da una presunta giustizia derivante dall’osservanza scrupolosa della legge, il suo amore è gratuito e ci ama a prescindere dalle nostre azioni, anche se vuole che l’uomo lo conosca, lo ami, lo serva. Ma prima di tutto ama! E lo fa con tenerezza materna, che si china sulle ferite del figlio più vulnerabile, si prende cura di quello debole, porta nel cuore quello lontano.
Il Vangelo di oggi intende sottolineare questa caratteristica di Dio, che mai si stanca di usare misericordia. Come ha fatto con la donna sconosciuta che, entrata in casa del fariseo Simone, scorge Gesù e subito piange ai suoi piedi, li asciuga con i suoi capelli e li unge con olio profumato. Un’immagine di straordinaria intensità, un’azione alla quale Gesù non si sottrae, si lascia toccare da una peccatrice pubblica provocando il giudizio del fariseo osservante.
Gesù mette due modi di agire (e di ragionare) a confronto, due modi di rapportarsi a Dio, lasciando che sia il fariseo a giudicare se stesso. Simone si ferma a guardare la donna a partire dal suo passato di peccato, Gesù invece in lei vede i segni concreti del pentimento, scorge che in lei è vivo il senso di gratitudine, riconosce che quella donna è in grado di amare, al di là del suo passato e del suo peccato.
Gesù non intende giustificare la donna, le dona semplicemente quella nuova possibilità che tutti le negano, la stessa che desideriamo noi quando sappiamo di aver sfigurato la nostra dignità con il fallimento del peccato.
Infine Simone il fariseo giudica anche Gesù pensando che non è vero profeta. Gesù, però, non si preoccupa di questo, egli vuole salvare anche Simone da quel deprimente senso di superiorità che gli chiude il cuore e la mente. Se questo Simone è lo stesso di cui parla l’evangelista Marco (14, 3), egli è un ex lebbroso salvato dalla sua terribile malattia che lo teneva ai margini della società e della religione. Conosce il disprezzo e cosa significhi essere emarginato.
Simone il fariseo certamente avrà imparato la lezione delicata di Gesù, ha colto nel caso posto da Gesù dei due debitori che egli è dalla parte di colui che ama poco perché poco gli è stato condonato. Avrà provato forse anche un piccolo disagio a trovarsi davanti un uomo che ha amato veramente quella dona senza desiderarla. Avrà imparato che il metro di giudizio di Dio è il perdono e l’amore.
Lo stesso di cui tutti abbiamo bisogno.
Buona e santa domenica!
+p. Antonio, Vescovo.