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Saper scegliere

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28 Agosto - XXII Domenica del Tempo Ordinario

Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. (Lc 14,11)

L'estate ormai volge al termine, le giornate si accorciano, la luce del sole si è abbreviata. La Parola di Dio però continua ad illuminare le nostre esistenze, le riscalda e dona senso e compimento.

E oggi Gesù ci insegna la virtù dell'umiltà, la più importante è forse la più incompresa delle virtù, quella che più di ogni altra fa fatica ad entrare nelle pieghe della nostra vita. E si finisce per assumere l'atteggiamento dell'uomo narrato nel Vangelo di questa domenica: invitato ad un banchetto di nozze, preferisce il primo posto, senza chiedersi se non fosse riservato ad una persona più importante di lui. All'arrivo del padrone di casa gli viene chiesto di spostarsi e occupare l'ultimo posto.

Oggi si fa un gran parlare di visibilità, di apparenza, per cui vali solo se arrivi primo, sgomitando senza remore, senza guardarsi attorno. Proviamo sempre più difficoltà ad entrare per la porta stretta, spesso preferiamo seguire la logica umana, entrando in un ritmo folle che ci spinge a imboccare la più facile e apparentemente comoda porta del successo e dell'apparenza.

Il sapiente del libro del Siracide ci mette in guardia:"Figlio, compi le tue opere con mitezza". Più si è in vista più si deve cercare di scrollarsi di dosso quel senso di perfezione che non appartiene a nessun uomo, abbattendo l'orgoglio e la superbia che rendono l'essere umano ridicolo agli occhi di Dio e degli uomini. Ai piccoli e agli umili Dio rivela i misteri del suo Regno, mentre al superbo e all'orgoglioso Dio volge il suo sguardo da lontano.

Si fa fatica a non cadere nel tranello di quanto viene proposto da una società ammalata di insano protagonismo, per cui si crede di valere solo se si mostra a tutti le proprie capacità, massificando le persone rendendole succubi del giudizio degli altri. Quanti adolescenti, spinti da adulti mai cresciuti, non esitano e mettersi in bella mostra davanti alle telecamere del programma di turno che, senza alcuno scrupolo, li mette in pasto agli ascoltatori che li giudicano solo per una esibizione? Troppo spesso si dipende dal giudizio degli altri, sottomettendosi di fatto ad una dittatura che rende sempre più infelici e depressi.

Gesù ci insegna un'altra via, forse più nascosta, ma che porta a risultati inaspettati. Non importa il primo posto, importante è mettersi a tavola e gustare la bellezza della condivisione. Non importa che la vita trascorre nella quotidianità apparentemente insignificante del tempo che scorre. Il valore delle persone è nell'essere, perché l'apparenza troppo spesso lascia il posto a delusioni dure da digerire. Gesù ci insegna l'umiltà, che consiste nel considerare realisticamente se stessi, impegnandosi ad essere migliori, senza paura del giudizio di Dio. Perché lui ci ama sempre e comunque.

Buona e santa domenica!

+p. Antonio, Vescovo.

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I musei di Teggiano per la ricostruzione

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I Musei di Teggiano per la ricostruzione del sisma di Amatrice, questo lo slogan messo in atto dalle collezioni d’arte teggianesi e promosso dal settore Cultura del Comune, in coordinamento con la Diocesi di Teggiano-Policastro, guidata dal vescovo Mons. Antonio De Luca.

In parallelo a quanto annunciato dal ministro Dario Franceschini per i Musei Statali italiani, domenica 28 agosto, il Museo Diocesano ed il Lapidario Dianense, il Museo delle Arti e Tradizioni Contadine e Popolari, il Museo delle Erbe e il Museo di San Cono, apriranno le loro porte ai visitatori, con l’intento di raccogliere i proventi della bigliettazione da devolvere ad interventi sul patrimonio culturale danneggiato dal sisma degli scorsi giorni, nel Reatino, in Umbria e nell’Ascolano. Con lo stesso invito del Ministro Franceschini, i musei teggianesi si appellano alla popolazione locale ed ai turisti che visitano la città in questi giorni ad “andare nei musei in segno di solidarietà con le popolazioni coinvolte dal sisma della scorsa notte”.

La cordata museale di Teggiano si è resa possibile da una precoce idea del Comune di Teggiano, mediante il consigliere comunale Conantonio D’Elia e del direttore del Museo Diocesano, arch. Marco Ambrogi e resa fattiva dalla preziosa collaborazione del dott. Biagio Matera, della locale Pro-Loco, del prof. Nicola Di Novella direttore del Viridarium e di Cono Di Sarli, per il Museo di San Cono.

I proventi derivanti dai biglietti serviranno per la ricostruzione del sisma e soprattutto per interventi sul patrimonio culturale danneggiato. Una doppia occasione quindi per visitare congiuntamente le splendide raccolte d’arte e di storia della città-museo e contribuire fattivamente al recupero del ricco patrimonio delle cittadine distrutte dal terremoto di questi giorni.

La visita ai musei ed al racconto descrittivo dei luoghi va in parte anche a rimembrare gli infausti giorni che colpirono i territori campani ed irpini nel tragico sisma del 1980 ed alla successiva ricostruzione, da cui le realtà museali ne sono in gran parte scaturite.

Per informazioni si può contattare il numero: 3403487721 (Museo Diocesano).

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Terremoto: 18 settembre, colletta in tutte le chiese

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In conseguenza al sisma che questa mattina ha colpito il centro Italia, la Presidenza della CEI dispone l’immediato stanziamento di 1 milione di euro dai fondi dell’otto per mille per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali. La Chiesa che è in Italia si raccoglie in preghiera per tutte le vittime ed esprime fraterna vicinanza alle popolazioni coinvolte in questo drammatico evento. Le diocesi, la rete delle parrocchie, degli istituti religiosi e delle aggregazioni laicali sono invitate ad alleviare le difficili condizioni in cui le persone sono costrette a vivere.

A tale scopo, la Presidenza della CEI indice una colletta nazionale, da tenersi in tutte le Chiese italiane il 18 settembre 2016, in concomitanza con il 26° Congresso Eucaristico Nazionale, come frutto della carità che da esso deriva e di partecipazione di tutti ai bisogni concreti delle popolazioni colpite.

Le offerte raccolte dovranno essere inviate con sollecitudine a Caritas Italiana, Via Aurelia 796 - 00165 Roma, utilizzando il conto corrente postale n. 347013 o mediante bonifico bancario su Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113 specificando nella causale “Colletta terremoto centro Italia”.

Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
- on line (sul sito www.caritas.it) - Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
- Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
- UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119.

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Il Vangelo è esigente

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21 Agosto - XXI Domenica del Tempo Ordinario

Alcuni tra gli ultimi saranno i primi, e i primi saranno ultimi”. (Lc 13,30)

Gesù spesso mette in guardia e spiega che il Vangelo implica una forte componente di responsabilità. Non scoraggia, ma neanche nasconde le possibili difficoltà che si possono incontrare se prendiamo sul serio la sua parola. Tutto sommato Gesù stesso ha pagato in prima persona una fedeltà alla quale non è mai venuto meno. Non si è risparmiato difficoltà, non ha preteso sconti, non si è tirato indietro quando all'orizzonte si è stagliata la sofferenza, la croce, la morte.

Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza... (Eb. 5, 8-9). Dall'obbedienza scaturisce la serenità di non aver anteposto la propria volontà di aver fatto quanto era nelle nostre possibilità con piena disponibilità, anche se l'obbedienza si paga e a caro prezzo. La fede è obbedienza e spesso la fede costa sacrifici, incomprensioni, dubbi.

Oggi il Signore chiede di entrare per la porta stretta, la stessa che nelle mura di cinta delle grandi città era a disposizione dei cittadini per le possibili emergenze. Per entrarvi bisognava piegarsi, rannichiarsi, farsi piccoli. È la strada tracciata da Gesù e richiamata spesso nella sua predicazione (Mc. 10, 14). Farsi piccoli, non ergersi con supremazia, non richiamare attenzione a tutti i costi, lasciare che sia Dio e la sua provvidenza a segnare la storia della nostra umanità è la vocazione dei discepoli del Signore.

La salvezza è legata a questo atteggiamento spirituale. Non sappiamo il numero di quanti si salvano, sappiamo però cosa dobbiamo fare per salvarci, come realizzare la nostra gioia e la nostra vocazione alla santità.

E non è appannaggio di pochi la salvezza, ne si conquista con il perbenismo di una sterile osservanza religiosa. È impegno, fatica, sforzo, costa sudore ed impone scelte coraggiose che però assicurano lo sguardo benevolo del Padre. Il quale chiamerà a partecipare alla pienezza della gioia nel suo Regno.

Buona e santa domenica!

+p. Antonio, Vescovo.