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Settimana Sociale AC

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La Settimana Sociale, vissuta dall’Azione Cattolica Diocesana quest’anno, non conclude un periodo di preparazione, ma vuole essere l’inizio di un laboratorio che accompagni a declinare nel nostro territorio quanto la Chiesa indica sul lavoro, giungendo preparati alla 48a Settimana Sociale (Cagliari 26-29 ottobre 2017).

Il nostro Vescovo Antonio, affiancato da Maria Velia Loguercio, Teologa, e Antonio Memoli, Direttore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, ci aiuteranno a rileggere il convegno voluto dalle Conferenze Episcopali delle Regioni del Sud Italia dal titolo “Chiesa e lavoro. Quale futuro per i giovani nel Sud”, tenutosi a Napoli l’8 e il 9 febbraio 2017.

Sarà presente anche la Cooperativa Laogemini di Castelcivita come espressione locale, fattiva e concreta, di valorizzazione del territorio.

L’appuntamento del 12 marzo è anche il primo incontro organizzato dal nuovo Consiglio Diocesano guidato dalla neo-eletta Presidente Olga Manolio.

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Corso di formazione per i lettori

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L’Ufficio Liturgico dell'Arcidiocesi di Salerno in collaborazione con la redazione de “La Vita in Cristo e nella Chiesa”, mensile di formazione liturgica delle Pie Discepole del Divin Maestro, organizza un corso di formazione teorica e pratica per i Lettori che proclamano la Parola di Dio nella liturgia. Tale corso formativo è offerto a quanti già svolgono di fatto questo servizio nelle comunità parrocchiali e religiose, come pure a tutti i responsabili dei gruppi liturgici.

Modalità di iscrizione e partecipazione

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Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile

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Si è svolto a Bologna, dal 20 al 23 febbraio,  il XV Convegno nazionale di Pastorale Giovanile, dal tema "La cura e l'attesa. Il buon educatore e la comunità cristiana".

Focus attentivo dei lavori è stato la figura dell'educatore, chiamato ad affinare l'arte di "insegnare a vivere" (V. Andreoli), partendo dalle sue fragilità e "stando dinanzi alla propria autobiografia", al fine di essere autentico nella relazione educativa (A. C. Scardicchio). L'educatore non può considerarsi un'isola, pertanto alimenta in sè la consapevolezza di essere parte della comunità, verso cui accompagna i giovani, proponendo cammini formativi che facciano gustare "l'amore dei sentieri, quanto delle mete" (E. Castellucci). Il Convegno ha inoltre messo in particolare evidenza il ruolo fondamentale che l'oratorio può svolgere nelle comunità parrocchiali, giacché "non é un problema, ma la risposta!" (M. Moschini).

Noi responsabili diocesani, partecipando al Convegno, ci sentiamo coinvolti nel particolare cammino della Chiesa verso il Sinodo del 2018 "Giovani, fede e discernimento vocazionale", largamente approfondito in questi giorni. Ritorniamo con un forte desiderio di aprire nuovi sentieri di ascolto e coinvolgimento attivo degli educatori e dei giovani nella nostra Chiesa locale. In tal senso, la Consulta Diocesana per i Giovani sta già elaborando possibili proposte.

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Il posto d'onore

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26 febbraio - VIII Domenica del Tempo ordinario

“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia
e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta" (Mt 6,33).

Il Vangelo di questa domenica costituisce l’ultima parte del grande discorso della montagna in cui convergono alcune parole di Gesù dalle quali possiamo, con facilità, definire in che cosa consiste essere cristiani. Anzitutto l’urgenza di capire che è impossibile servire due padroni, impossibile stare con due piedi in una scarpa, che il primato di Dio è spesso messo in pericolo dalla tentazione di volgere la mente e il cuore verso altri lidi, affascinanti, incantevoli, splendidi. Questa tentazione è sempre in agguato!

Gesù non ha difficoltà ad identificare chi siano questi padroni: Dio e il denaro, mammona che si può identificare con l’accumulo smisurato di danaro, riponendo in esso tutta la nostra fiducia, il nostro avvenire, le nostre sicurezze. Un anti-dio che prepotentemente vuole prendere il posto di Dio a tutti i costi. Gesù rivela l’antitesi esistente tra Dio e mammona, l’impossibilità che i due si tengano insieme nella vita dell’uomo. In tutto il Vangelo solo in questo caso Gesù è netto, delineando un confine oltre il quale si scade nell’idolatria. Nemico di Dio è la ricchezza nella quale si pone la propria fiducia, dalla quale si pretende di ottenere la giustificazione, grazie alla quale possiamo trarre Dio dalla nostra parte.

Dio o le ricchezze! Siamo davanti ad un bivio. L’uno o l’altro. Gesù mette in guardia dalla facile seduzione di far convivere le due realtà. Un rapporto sbagliato con le cose rischia di mettere in pericolo la fede. Non si tratta qui di coloro che si impegnano per rendere la vita meno dura con il sano lavoro, con quell’atteggiamento previdente che permette una vita più o meno tranquilla, che traggono dal lavoro remunerato anche una sana forma di controllo su se stessi. L’ansia del domani, l’affanno per accumulare quanto più si può, l’insano attaccamento a ciò che si ha, mette in pericolo la permanenza di Dio nel cuore dell’uomo.

Gesù ci invita all’impegno, al lavoro, alla realizzazione del bene, mentre scoraggia l’atteggiamento insensato di conferire ai beni materiali un valore assoluto, quasi che dipenda da essi la salvezza dell’uomo. Non preoccupatevi ripete Gesù per ben sei volte in pochi versetti. Il motivo per cui il discepolo del Regno non deve cadere nella preoccupazione nell’affanno per il futuro risiede in una semplice, ma straordinaria certezza: il Padre, Dio, ti ama! E chi ama è disposto a tutto. Chi ama non fa mancare nulla alla persona amata, si prende cura di essa.

L’affanno per il domani delinea fondamentalmente una profonda mancanza di fede. Corriamo il rischio di essere intrappolati da una visione solo orizzontale, che mortifica ogni sana aspirazione di pienezza. Si è sempre più in preda alle preoccupazioni, alle insoddisfazioni, alla mancanza di prospettiva, sempre troppo spesso arrabbiati, delusi, scontenti. Abbiamo bisogno di recuperare ciò che conta!

Il Regno di Dio e la sua giustizia ecco ciò che conta. Non siamo orfani, abbiamo Qualcuno che veglia su di noi, sempre. E a Lui non interessa quanto siamo bravi, ricchi, forti, potenti… secondo le parole di Pietro: «Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi» (1Pt 5, 6-7).

Buona e santa Domenica.

+ p. Antonio, Vescovo.