Stampa

Ritiro delle famiglie

on .

L'Ufficio diocesano per la pastorale della Famiglia e Vita, organizza per i giorni 30 settembre e 1 ottobre prossimi, un ritiro per le famiglie sul tema: "La Famiglia: santuario della speranza".

Il ritiro, che vedrà presente anche il Vescovo Mons. Antonio De Luca, si terrà presso il Convento dei Frati minori Cappuccini di Vietri di Potenza.

Per info clicca sulla locandina.

Stampa

Ritrovare il proprio posto

on .

3 Settembre - XXII Domenica del Tempo ordinario

Va’ dietro a me, Satana!
Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio,
ma secondo gli uomini! (Mt 16, 23)

Domenica scorsa abbiamo assistito al disvelamento dell’identità di Gesù, Pietro a nome di tutti, per rivelazione del Padre, riesce per un attimo a focalizzare chi è Gesù, nella sua natura, nella sua essenza. Una pagina positiva, nella quale Gesù affida a Pietro un ministero particolare: fondamento, roccia della Chiesa, colui che avrebbe dovuto confermare la fede dei fratelli. Non solo l’identità di Gesù viene proclamata, ma anche la vocazione del discepolo riceve una sua definizione. Tutto si era concluso con il simbolico discorso delle chiavi e del potere di legare e sciogliere.

Il Vangelo di oggi, esatta continuazione del brano di domenica scorsa, contiene quello che gli studiosi definiscono il primo annunzio della passione, morte e risurrezione. Gesù prende sempre più coscienza della sua destinazione ultima e nel suo viaggio verso Gerusalemme non tralascia di indicare ai suoi discepoli la via dell’umiliazione, della sofferenza, della morte che egli sta per intraprendere. Non una visione pessimistica, ma la chiara consapevolezza che a Gesù è riservato lo stesso trattamento degli antichi profeti.

“Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli” (Mt 16, 21). Ora è il momento di iniziare il tratto più difficile, quello che contrastava apertamente con tutte le aspettative non solo del popolo di Israele, ma anche con la mentalità nazionalistica dei discepoli. Non un Messia potente, guerriero, restauratore dell’ordine pubblico fatto con forza…ma il Messia umile, che decide di non sottrarsi alla sofferenza e al dolore.

Pietro si ripresenta anche questa volta, animato dal bene per il suo Maestro, dall’amicizia per questo uomo straordinario, ma purtroppo interviene a sproposito! Crede ormai di aver capito tutto, dopo gli elogi fatti da Gesù pensa, a questo punto, di non aver bisogno di nulla più. Dopo la perfetta ed integrale professione di fede in Gesù ha acquisito la patente di discepolo perfetto. E dimentica il suo posto! Invece di stare dietro, prova a mettersi avanti, vuole prendere, inconsapevolmente, il posto di Maestro. E così di fatto intralcia il cammino di Gesù, diventa per lui pietra di scandalo. E Gesù sbotta: “Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” (Mt 16, 23).

Da pietra fondamentale a sasso di scandalo. L’affetto per Gesù aveva spinto Pietro a difendere il suo Maestro: “Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai” (Mt 16, 22). Gesù ristabilisce, con parole durissime, le giuste posizioni. Non è discepolo a segnare la strada, anche se spesso vogliamo imporre a Dio percorsi e soluzioni. Ritrovare il proprio posto restituisce al discepolo la sua vera identità, anche se a malincuore.

Perdere la vita, come Gesù, è il solo modo per ritrovarla per intero, senza vergognarsi mai della croce di Cristo. È quella la strada, anche per il discepolo, certi che il Calvario e solo una tappa obbligatoria: l’alba della resurrezione non tarderà a venire.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo

Stampa

Pane e briciole

on .

20 Agosto - XX Domenica del Tempo ordinario

“Donna, grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri” disse Gesù (Mt 15,28).

Ogni domenica l’incontro con la Parola mette il discepolo di fronte alla realtà sorprendente delle scelte di un Dio che non si lascia ingabbiare dalle tradizioni e realtà umane, ma conferisce loro un eccesso di speranza.

È il caso della donna cananea che, non avendo altri santi a cui rivolgersi, sentito che il rabbì Gesù poteva fare, forse, qualcosa per il suo caso disperato, si mette a gridare dietro di lui. Non è un caso che l’evangelista Matteo collochi questo episodio in una terra straniera, Tiro e Sidone, abitata da pagani e miscredenti. Questa donna non chiede per se, chiede pietà per la figlia indemoniata, è il grido di una madre che non sa più cosa fare. L’atteggiamento di Gesù raggela: “Ma egli non le rivolse neppure una parola” (Mt 15, 23).

A nulla serve l’intervento degli apostoli che chiedono a Gesù di intervenire non per pietà, ma solo perché quella donna non continui a gridare dietro di loro. Ma Gesù rincara la dose: “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele” (Mt 15, 24). Un atteggiamento incomprensibile per chi si dimostra sempre schierato dalla parte degli ultimi…

Ora è il momento decisivo. La donna si trova davanti a Gesù, non sa di preciso chi egli sia, certamente la provenienza della donna non gioca a suo favore. Intuisce però che è la sua occasione, non chiede nulla se non di essere aiutata in una situazione diventata insostenibile. Anche qui Gesù si mostra ancora più scostante e decisamente scontroso, fino a rasentare l’oltraggio e l’insulto: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini” (Mt 15, 26).

Ciò che sorprende a questo punto è l’intuito della donna, che non si offende per nulla, non si arrabbia, non risponde all’insulto. Incassa il colpo e gioca all’attacco: “E’ vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni” (Mt 15, 27). Non pretende il pane, ma le briciole si! Non vuole prendere il posto di nessuno, ma quello che le appartiene è suo, anche se l’ultimo, quello riservato ai cani!

Abbiamo assistito ad un tira e molla, dove ognuno ha esposto le sue ragioni, la donna cananea e Gesù si tengono testa quasi come in un duello. Alla fine vince la donna, la madre, la bisognosa di aiuto. La donna ha compreso che le ragioni di Gesù erano giuste, però anche per lei e per sua figlia doveva esserci salvezza. La fede che salva è la ragione per la quale oggi siamo davanti a questo Vangelo ad apprendere la lezione di come dobbiamo, con umile insistenza, chiedere al Signore il suo intervento nella nostra esistenza.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo

Stampa

E' un fatasma

on .

13 Agosto - XIX Domenica del Tempo ordinario

"Fa’ che ti riconosciamo presente
in ogni avvenimento della vita e della storia" (dalla Liturgia).

Non è l'unica volta che i discepoli, vedendo Gesù, credono di vedere un fantasma. La proiezione delle proprie paure fa prendere lucciole per lanterne! Nel cuore dell'estate, nel pieno del caldo, anche noi possiamo correre lo stesso rischio...guardare Gesù e credere che egli sia uno spettro, un fantasma. La fede ci aiuta e ci sostiene a mettere a fuoco l'immagine più vera e reale di Gesù, ed il Vangelo di questa domenica ne è la prova.

Tutto accade dopo la moltiplicazione dei pani che altro non è che la prefigurazione del pane di vita, l'Eucerestia. Gesù è scosso dalla notizia della morte violenta di Giovanni Battista, gli apostoli fanno fatica a seguire Gesù. Tutto quello che fa e che dice non trova riscontro nella comprensione di quelli che si era scelto. È un momento difficile dell'esistenza di Gesù. Per questo ha bisogno di pregare, di ritrovarsi nell'intimità con il Padre e passa la notte in preghiera.

All'indomani raggiunge i suoi che intanto erano saliti su una barca e lo fa camminando sull'acqua. È questo il momento nel quale essi credono di vedere un fantasma. Egli li rassicura:  "Sono io, non temete". Pietro si spinge oltre, vuole vederci chiaro: "Se sei tu...". E fa l'amara scoperta della sua fede attraversata dal dubbio, dall'incapacità di andare oltre a ciò che appare. Inizia ad affondare nel mare in tempesta. La presenza di Gesù lo salva: "Uomo di poca fede".

Dio si manifesta, mostra la sua presenza nella vita del discepolo, eppure spesso abbiamo la sensazione di avere a che fare con un fantasma, qualcuno di indecifrabile, che non riconosciamo, forse perché non è come ce lo siamo immaginato. Facciamo fatica a riconoscere il Signore, perché la tempesta, il vento, il mare agitato dell'esistenza ci fanno perdere la cognizione di noi stessi, figuriamoci se possiamo riconoscere Gesù!

Il cuore di questo Vangelo è la volontà di Gesù di rimettersi sulle tracce dei suoi discepoli, sulle nostre tracce. Molti potrebbero fermarsi al sensazionale, alla capacità di Gesù di camminare sulle acque... Non è questo che conta, non vuole dimostrare nulla il Signore. Vuole riprendere un discorso interrotto dall'incapacità dell'uomo di comprendere Dio, raggiungedolo dovunque egli si trovi.

E dimostrargli così che nulla è perduto, ma che tutto può ricominciare. Possiamo rimetterci al passo del Maestro, con la ferma volontà di fare del Vangelo la bussola dell'esistenza, attraversando le tempeste della vita con la serena fiducia che non siamo mai soli.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo