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Visita del Vescovo a Newark USA

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Il nostro Vescovo, padre Antonio De Luca, in questi giorni, si trova in vi­sita al Cardina­le Joseph William Tob­in, Arcivescovo di Ne­­wark (USA).

Il Cardinale Redentorista è impegn­ato a favore degli isp­ani e di quan­ti, a causa di una immig­razione forzata, oggi vivono nel te­rritor­io della sua Arcidiocesi, ma che sempre più spesso vedono dileg­uarsi questa possibi­lità a causa di una strana politica rest­ritti­va i cui nefasti ris­ultati ricadono sui più poveri ed emargi­nati. Sono note le assunz­­ioni di posizioni pa­storali e sociali del Cardinale Tobin, già Superiore Gener­ale dei Missionari Rede­ntoristi, che co­ntin­ua così la sua miss­ione in favore dei più abbandonati.

Mons. De Luca ha incontrato anche la co­munità dei no­stri co­nnazionali nella par­rocchia Holy Fam­ily, nell'A­rcidiocesi di Newark. Particolarmente sug­gestiva la visita al Santuario di San Gi­ovanni Nepomuceno Ne­umman (1811 - 1860), Redentorista e Vesc­ovo di Philadelphia che spese la vita per l'accoglienza e l'­integrazione dei mig­ranti che arrivava­no dal vecchio conti­­nente. Oggi giunge al Santuario un flu­s­so quotidiano di pe­­llegrini che chiedono il ministero della riconciliazione ed invocano il Santo Pa­­store delle popolaz­i­oni migranti dell'­80­0. L'attualità e l'urg­enza di questa dimen­sione apostolica è particolarmente neces­saria nel contesto in cui viviamo.

L'incontro con tanti connazionali ha pe­­rmesso al Vescovo di rivive­re la gioia delle co­muni appar­tenenze e la sfida di una rinn­ovata sol­idarietà.

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Venite... andate

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8 Ottobre - XXVII Domenica del Tempo ordinario

Da ultimo mandò loro il proprio figlio (Mt 21, 37).

Sono ormai alcune domeniche che il Vangelo narra la sconcertante storia di un rifiuto. Attraverso le parabole legate alla suggestiva immagine della vigna Gesù ha messo a nudo i sentimenti e le intenzioni di coloro che della vigna non avevano grande interesse, se non il loro… i discorsi duri di Gesù delle ultime domeniche sono una denuncia aperta contro coloro che al suo tempo avevano peso sia a livello civile che religioso.

Oggi è la volta dell’invito al banchetto di nozze che un re imbandisce per le nozze del figlio e davanti al quale risulta davvero strano opporre un rifiuto. Non più l’invito a lavorare nella vigna, ma l’invito ad un banchetto, ad una festa, per condividere la gioia di un amore. Premuroso il re che invia i suoi servi per porgere l’invito, strana la reazione di disinteresse degli invitati: “Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero” (Mt 22, 5-6).

La reazione del re davanti al rifiuto è quella di non andare ora troppo per il sottile: infatti manda i servi per invitare tutti coloro che avrebbero incontrato, senza alcune distinzione di rango, chiamando a partecipare alle nozze “buoni e cattivi”, fino a riempire la sala. Tra i tanti il re nota uno che non aveva l’abito adatto alla circostanza. Ma non era stato proprio il re a dare l’ordine di far entrare tutti, senza alcuna distinzione? Come mai ora questa severità?

Le distanze tra Gesù e suoi oppositori ora sono veramente nette. Con questa parabola Gesù denuncia ancora una volta l’incapacità dei primi destinatari della sua missione di riconoscerlo come messia inviato da Dio. Le autorità rifiutano Gesù, dimostrano una totale presa di distanza da lui, non hanno nessuna intenzione di entrare in relazione con Gesù.

Sorprende notare come questa parabola è pervasa dall’urgenza e dall’impossibilità di procrastinare oltre. Davanti al Vangelo l’uomo non può far finta di niente e, incontrato davvero il Signore, nulla può restare come prima. Non c’è più tempo da perdere!

Il nostro è un Dio includente, che sa attendere, che ci insegna la pazienza, che va oltre limiti e le inadempienze dell’uomo. Ci insegna ad avere atteggiamenti di gratuità, di accoglienza di perdono. Davanti a Lui l’uomo è messo di fronte alle sue responsabilità perché il giudizio di Dio mette a nudo le meschinità e le mediocrità dell’uomo. Ci vuole con sé, non accontentandosi del minimo. Richiede molto perché Lui per primo è pronto a dare tutto. Ce lo ha dimostrato invitandoci al banchetto di nozze del Figlio…

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo

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L'ultima speranza di Dio

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8 Ottobre - XXVII Domenica del Tempo ordinario

Da ultimo mandò loro il proprio figlio (Mt 21, 37).

Il nostro è un Dio che non si arrende, non tralascia nessun tentativo per ristabilire con il suo popolo una relazione di comunione e di amore. Il racconto evangelico di questa domenica è attraversato da questa disponibilità di Dio, insieme all'incapacità dell'uomo di saper riconoscere questa volontà salvifica del Padre. Una parabola dai toni scuri in cui emerge prepotentemente l'attenzione di Dio nei confronti dell'umanità.

Ancora un padrone, una vigna, dei lavoratori... il padrone che se ne prende cura in prima persona, lasciando poi ad alcuni la responsabilità di curarla, fino alla raccolta del frutto. E qui iniziano i problemi: tutti i servi inviati dal padrone vengono uccisi dai vignaioli perché ormai erano intenzionati ad impossessarsi della vigna. Per questo il padrone, infine, invia il figlio, l'erede, pensando che di lui avrebbero avuto rispetto: ma non è così, anzi proprio perché erede, viene preso, gettato fuori dalla vigna e ucciso.

La sorte di quei vignaioli è segnata. È Gesù stesso che fa trarre le conclusioni ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: "Che cosa farà a quei contadini? Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo. Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare" (Mt 21, 40-41.43).

Gesù, con questa parabola, emette un giudizio nei confronti dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo. In questa parabola è narrata la straordinaria capacità di Dio di non arrendersi mai, di continuare a mandare i profeti al suo popolo, rappresentato dalla vigna amata. Fatti fuori questi invia il Figlio... Ostinazione di Dio nell'amore, ostinazione del popolo che rifiuta e uccide.

Accusati di appropriazione indebita e omicidio plurimo i vignaioli non sono ritenuti più idonei a gestire la vigna. Non sono stati in grado di riconoscere al padrone ciò che gli era dovuto, anzi la loro malizia e cattiveria raggiunge il culmine quando uccidono il Figlio, l'ultima speranza. Il padrone metterà fine a questo scempio, togliendo la vigna a questi e affidandola ad altri vignaioli.

Gesù ha firmato la sua condanna. I sentimenti di odio verso di lui raggiungono toni alti. Ora l'unico modo per sbarazzarsi di Gesù sarà la sua uccisione, confermando ciò che questo Vangelo narra. È il racconto dell'amore di Dio che desidera, a tutti i costi, condividerlo con l'umanità, spesso ostinatamente lontana da lui.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo

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Vi passano avanti...

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1 Ottobre - XXVI Domenica del Tempo ordinario

E’ venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto;
i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto.

Un colpo di frusta avrebbe fatto meno male. Meno dolore avrebbe provocato un pugno nello stomaco. Il Vangelo di questa domenica causa molto disappunto perché rovescia il modo di pensare di sacerdoti e anziani del popolo.

Gesù è nel tempio e gli viene chiesto dai capi religiosi la provenienza della sua autorità, provocazione alla quale Gesù non risponde, immaginando che ormai non ne valga la pena. Il giudizio già se lo erano fatto sul conto di Gesù… Una sequenza di tre parabole: è questa la risposta di Gesù.

Oggi ascoltiamo la prima, quella dei due fratelli chiamati dal padre a lavorare nella vigna. Un no che diventa sì, e un sì che si trasforma in no. Un padre che esorta ad impegnarsi e due figli che forse non lo comprendono, perché a nessuno dei due sembra importare tanto le sorti della vigna di famiglia. Un impegno risicato, di un no che diventa sì, ma senza eccessivo entusiasmo. Le conclusioni della parabola Gesù le fa trarre ai suoi interlocutori: “Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?” (Mt 21, 31). Quello del no che diventa sì. Si son dati la zappa sui piedi!

Essi, che avrebbero dovuto accoglierlo, lo respingono, lo giudicano, fino ad arrivare ad una condanna. Pubblicani e prostitute invece, ritenuti la feccia della società lo accolgono, lo ascoltano, cambiando modo di vivere. Non è l’osservanza esteriore che garantisce la salvezza, ma l’ascolto che genera la conversione. Ciò non significa che tutti i peccatori entreranno nel regno dei cieli, ma solo coloro che si lasciano incontrare e salvare. L’incapacità ad accogliere il battista si ripresenta alla predicazione di Gesù, stesso rifiuto, anzi maggiore perché Gesù afferma di avere D

io come padre. Dio guarda il cuore! Non si ferma alle azioni che, spesso, vengono fatte per essere notati e lodati. E ciò che agli occhi del mondo è disprezzato agli occhi di Dio ha un valore immenso.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo