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Prendersi cura, pensieri in tempo di crisi

Scritto da Massimo La Corte on .

In occasione della 54a giornata mondiale delle comunicazioni sociali, nella solennità dell'Ascensione del Signore, prima Domenica in cui la Comunità si ritrova nuovamente per la Celebrazione dell'Eucaristia, l'Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Teggiano-Policastro presenta il libro “Prendersi cura”, con la raccolta dei messaggi che il nostro Vescovo Padre Antonio De Luca ha condiviso con la Comunità Diocesana nei giorni più difficili dell’emergenza Covid-19.

Il volume raccoglie note di viaggio, pensieri generati in un momento di crisi, che Padre Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro, ha voluto condividere attraverso un messaggio quotidiano con sacerdoti, diaconi, seminaristi, operatori pastorali, persone sole e ammalate, famiglie impegnate ad affrontare il difficile momento storico.

Il primo compito del Vescovo, come più volte ci ha ricordato Papa Francesco, è la preghiera, che genera anche concretezza e ragionevolezza. In questa ottica, all'insorgere dell'emergenza coronavirus, è stato decisivo per il nostro Vescovo imprimere un impulso alla carità con innumerevoli iniziative, soprattutto per i più vulnerabili, le famiglie, gli immigrati e quanti si sono ritrovati nell'estremo bisogno.

La sollecitudine pastorale si è fatta vicinanza e solidarietà at-traverso il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana, della Caritas Italiana e delle risorse diocesane che paternamente il nostro Vescovo ha orientato nella discrezione verso i più bisognosi. La carità, nella concretezza di gesti e relazioni, ha permesso di incontrare e curare le ferite. Dando forma alla "fantasia della carità", tanto sollecitata da Papa Francesco, sono scesi in campo i parroci con instancabile alacrità, le comunità, le associazioni, in una grande mobilitazione di solidarietà, sostenendo anche progetti umanitari di gruppi, le unità ospedaliere del territorio e gli anziani soli.

Insieme agli interventi di sostegno e solidarietà sono quantomai necessarie in questo tempo parole di consolazione e di speranza, ecco allora le riflessioni condivise dal nostro Vescovo. Non si tratta di elucubrazioni teoretiche, ma di semplici pensieri del padre, che è anche compagno di viaggio, e vuole raggiungere ognuno per dirgli di non sentirsi solo in questo cammino.

Molti dei percorsi della vita sono in salita, ma quello della pandemia ci ha messi tutti a dura prova. I sentieri che stiamo percorrendo sono faticosi, richiedono impegno, forza, tenacia, pazienza ed anche estenuante allenamento. Non eravamo affatto preparati! Ci siamo attrezzati giorno per giorno, imparando innanzitutto che quando si è sul crinale bisogna camminare con passo deciso, senza farsi suggestionare da ciò che si abbandona e senza distogliere lo sguardo dalla meta che si ha davanti.

Si sa, in salita si affanna, il respiro si fa corto, si arranca, ma la salita stimola anche a tirare fuori il meglio di sé. Talvolta ci si sente soli, altre volte la meta appare lontanissima, spesso si perdono anche valorosi compagni di viaggio, ma si procede con la con-sapevolezza che, come ci ricorda Papa Francesco, Gesù "è come un capo cordata quando si scala una montagna, che è giunto alla cima e ci attira a sé conducendoci a Dio" .

I messaggi del Vescovo sono nati in giorni difficili di smarrimento e paura, di grande incertezza, di preoccupazione e di pianto; giorni che al contempo hanno visto il rafforzarsi della speranza alimentata dalla preghiera e l'accrescersi di una meravigliosa carità, fatta di tanti piccoli e grandi gesti, a testimonianza della fede e della solidarietà delle nostre comunità.

In salita non si parla molto per non sciupare le resistenze del respiro, si sussurrano parole di sostegno e incoraggiamento, ma anche di stupore di fronte alle prospettive bellissime di una montagna, di ruvide scogliere scoscese o di strapiombi mozzafiato. Così i messaggi del Vescovo, ci hanno raggiunti provvidenzialmente nei giorni della forzata reclusione nelle nostre case, nelle salite della triste ferialità, nella stanchezza monotona del trascorrere quotidiano, per sostenere, confortare, consolare e stimolare ad una salutare riflessione attraverso il silenzio e la preghiera.

Nell'imminenza della Pasqua, raccogliendo la sofferenza di sacerdoti e fedeli per non poter ritrovarsi insieme a Celebrare i Sacri Riti, il Vescovo ha voluto poi offrirci le preziose riflessioni sulle sette parole di Gesù in croce, una tematica cara alla tradizione popolare, con solido fondamento biblico, perciò capace di vivificare anche opere e giorni che Cristo Crocifisso e Risorto ci dona.

Un passaggio di un articolo pubblicato da Avvenire agli inizi di marzo, mi sembra possa ben sintetizzare il messaggio di speranza che il Vescovo vuole consegnarci in queste pagine: "Ci sono giorni terribili in montagna pieni di nebbia e tormente nei quali le nevicate sono di solito intense. Appena la perturbazione cessa e arriva una giornata di sole pieno con celi tersi, possiamo con-templare un paesaggio incantato pieno di alberi carichi di neve. Siamo dentro quest'emergenza e questa tormenta, ma dobbiamo tenere gli occhi fissi al giorno dopo. Quello in cui ci riappro-prieremo della nostra libertà piena con ancora maggiore gioia di vivere. Possiamo vivere già adesso dentro quest'attesa carica di speranza. E renderla utile" .

Il nostro Vescovo, fedele al carisma Redentorista e al programma del suo ministero episcopale - "Purché in ogni maniera, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a ralle-grarmene..."(Dum omni modo Christus adnuntietur - Fil 1,18) -, ci insegna ad abitare i giorni ed il tempo con entusiasmo e coraggioso servizio. A lui va la sincera gratitudine della nostra chiesa Diocesana.

Massimo La Corte
Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali


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