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Tutto è compiuto

Scritto da Massimo La Corte on .

6. «Tutto è compiuto» (Gv 19,30)

La sconcertate parola di Gesù non è una dichiarazione di resa, non è un triste congedo dalla vita, non è la rassegnata sconfitta di chi non ha più nulla da dire o da sperare. È una consegna di totalità e di pienezza d’amore. Non si liquida in un attimo una vicenda dalle coordinate eterne. S. Alfonso de Liguori, con inquietante commozione esclama: «Gesù in croce fu uno spettacolo che riempì di stupore il cielo e la terra!», questa visione ispirò una densa e drammatica rappresentazione pittorica del crocifisso. Ma nel canto della Passione poi aiuta il popolo a chiedersi: «Gesù mio con duri funi come reo chi ti trattò?» la risposta rinvia ad una complicità cosmica. Tutti siamo rei e carnefici nel compimento del male che insidia il mondo. «Tutto è compiuto» è anche la conclamata dichiarazione di una risposta generosa ad una chiamata salvifica, è l’apice dell’amore effuso in una eccedenza di oblatività. Così Gesù parla al Padre.

Non si ama per calcoli né per trarne profitto. Nel dono non si guarda al tornaconto, ma solo il bene e l’amore offerto fino all’estremo della tenerezza e della compassione. Non si ama con pregiudizi, né con le barriere, non si ama perpetrando ingiustizie sulla vita e sui più vulnerabili. Il dono non è uno scambio, né presume di essere ricambiato. Nella logica del dono Gesù realizza l’offerta del suo corpo «per voi e per tutti», che diventa irrevocabile mandato alle nostre comunità radunate per celebrare il rendimento di grazia nel giorno del Signore.

Abbiamo bisogno di recuperare la pienezza del cuore. Non possiamo servire con l’attesa di riconoscimenti, né di compensi e gratificazioni. Non basta essere brillanti nelle nostre civili e religiose iniziative di altruismo e di prossimità, c’è bisogno di cuore. Vi condivido le parole di un amico che commuovono: «di cuore: è un modo di stare al mondo, una scelta di vita, una percezione del reale. Di cuore può essere un difetto, anche doloroso, quasi una malattia, ma è l'unica cura possibile a una esistenza inutile e vuota. Di cuore è il contrario del distacco, dell'indifferenza, dell'insofferenza. Di cuore è vicinanza, attenzione, affetto, calore, accoglienza, comprensione, vita... Semplicemente vita. Assolutamente vita. Il resto è silenzio, deserto, paura. Di cuore è il nostro sentimento del mondo e del destino». Se non c’è il “cuore” c’è il tradimento!

La Beata Vergine Maria, Donna dal cuore puro, ci protegga.

+ p. Antonio De Luca