Stampa

Padre, perdona loro

Scritto da Massimo La Corte on .

Le sette parole di Gesù in croce
Le ultime parole di un morente, sono quelle che si custodiscono con grande premura. Racchiudono il segreto di un’esistenza spesa al servizio di ideali, ma contengono anche una profezia che interpella per il futuro. La morte è consegna di un passato ma è rivelazione di futuro. Così nella tradizione cristiana è maturata la riflessione intorno alle sette parole di Gesù, che i Vangeli registrano con dettagliata accortezza. Sono come sette note musicali, che collocate sul pentagramma dell’umana esistenza hanno generato eroiche fedeltà all’Amato Maestro, che sulla croce apre la via della Redenzione. Ci soffermiamo ogni giorno su una delle ultime frasi pronunciate dal Gesù Crocifisso, per un grande esercizio di compassione accanto a Gesù, e per trarre poi occasione di crescita e di impegno nella nostra vita cristiana.

1. «PADRE, PERDONA LORO PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO» (Lc 23 ,34)
Cominciamo il nostro cammino di preparazione spirituale verso la Pasqua soffermandoci sulla prima di queste frasi. Viene proferita da Gesù, e riguarda il suo singolare rapporto con il Padre, ma non distoglie lo sguardo ai soldati, ai sommi sacerdoti, ai crocifissi con lui, a coloro che si sono miseramente attivati per decretare l’atroce condanna di croce. Per tutti una parola sovrumana, che si fa supplica ed invocazione: il perdono. «Sulla croce era nascosta la sola divinità» (In cruce latebat sola Deitas), così cantiamo in un antichissimo inno eucaristico, eppure proprio nel perdono la Divinità esprime la grandezza di un impegno e di una missione: perdonare. “Il perdono: lì c'è veramente il volto di Dio”, (Carlo Carretto). Il perdono di Gesù rivela l’accecamento e la mancanza di consapevolezza che i suoi crocifissori mostrano: «non sanno». Preda di questa ignoranza collettiva non mostrano alcun segno di pentimento, umanamente non meritano perdono, nulla fanno per ottenerlo, eppure Gesù prega che nel perdono intraprendano la via della conversone.

Il perdono mette insieme giustizia e misericordia. Perciò il perdono cristiano non è ingenuità, ne va confuso con l’indifferenza o la remissività, ma è un appello a risanare le radici dei mali che inquinano le relazioni tra le persone. Se perdonare è una fatica, più faticoso è innescare quei processi di risanamento e di revisione che il perdono porta con sé. Il perdono che non ristabilisce la verità e l’autenticità è espressione solo di resa e di paternalismo compassionevole. «Se il peccato è una realtà paralizzante, il perdono è invece vivificante» (G. Ravasi). Il perdono è responsabilmente gravido di futuro. Dio della misericordia e del perdono custodisca tutti, vi benedico.

+ p. Antonio De Luca