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Tutto è connesso

Scritto da Massimo La Corte on .

I provvedimenti di restrizione di questi giorni, ci hanno obbligati a mettere in atto una serie di verifiche e di attenzione critica all’andamento generale dell’economia, della politica, dell’educazione, della custodia ambientale. Siamo arrivati in una terribile congiuntura che non è solo ambientale, non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale – avverte Papa Francesco – bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Tuttavia, se da un lato è necessaria l’analisi, urge anche una coraggiosa ed esplicita presa di posizione nell’indicare la terapia per il recupero di una qualità di vita proporzionata al benessere della persona umana e rispettosa degli equilibri ambientali. Papa Francesco lo ricorda: «Tutto è connesso. Se l’essere umano si dichiara autonomo dalla realtà e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola». La minaccia di questa inesorabile lacerazione è in agguato nella preponderanza di una visione frammentata dei saperi, della stessa concezione della natura, verso la quale,senza alcun criterio di sostenibilità, ci si è accaniti per soddisfare una voracità consumista ora giunta all’apice della tollerabilità ambientale.

La concezione del "tutto è connesso", nasce dalla visione di un'ecologica umana integrale, che prende in seria considerazione non un solo aspetto del dibattito ecologista, ma li riconduce in una visione unitaria, dalla foresta amazzonica, ai microorganismi in estinzione, alla crescita della povertà, alla migrazione dei popoli. La persona umana con la sua intelligenza ed il suo sapere, in una visione mondiale, deve cogliere i tratti che lega tutti le emergenze, per denunciare la violenza di chi continua ad infliggere ferite mortali alla madre terra. Il danaro e il profitto di pochi non può devastare la casa di tutti. Dovunque, anche in un angolo recondito della terra, anche una piccola violazione di equilibri socio-ambientali, ha una terribile ricaduta su tutta l’umanità.

Le furbate dell’uomo ai danni della natura, non restano mai isolate, generano sempre una catena di disastri. La rinnovata questione ambientale non è l’elenco di provvedimenti tecnici e quasi sempre utilitaristici, che si devono mettere in atto per ripercorrere a ritroso la via del recupero. E' estremamente sbagliato credere cha ancora possiamo centellinare sulle decisioni. Siamo in una vera svolta antropologica, l’uomo non è padrone del mondo, né l’utilizzatore insensato di ogni risorsa. È urgente riscoprire i piccoli gesti di buone pratiche ambientali, cambiare stili di vita, recuperare una relazionalità con la natura che non è solo di mera contemplazione, ma di partecipazione alla sua salvaguardia e al suo sviluppo. Abbiamo preteso troppo dalla casa comune, abbiamo quasi estinto le risorse e preteso prestazioni tecnologiche al limite del collasso ambientale.

Ora bisogna ripartire mettendo in gioco il senso della responsabilità della politica, dell’economia, della cultura, dell’organizzazione sociale e della stessa visione antropologica. Risanare il pianeta richiede il risanamento del cuore dell’uomo!

Vi benedico con affetto.

+ p. Antonio De Luca