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I giovani portano il cuore

Scritto da Massimo La Corte on .

Bella l’intuizione di qualcuno che ha sovvertito l’ordine del titolo di un romanzo di anni fa «Va dove ti porta il cuore», trasformandolo in “porta il cuore dovunque vai”! In questo tempo incerto e doloroso, restiamo ammirati ed esterrefatti nel vedere l’esercito dei nostri ragazzi e giovani che animati da profondo altruismo e solidarietà, si sono riversati accanto alle associazioni e organizzazioni civili e religiose, per rispondere alle urgenze e portare soccorso con i generi di prima necessità, medicine, ma anche tanta consolazione e speranza. Benché ricoperti da tute, mascherine, e guanti, a nessuno è sfuggito la profondità degli sguardi nella tenerezza della loro compassione. Si è capito subito che i nostri giovani non portano solo cose ed ingegno, portano il cuore.

Un plotone di atleti, medici, infermieri, gruppi parrocchiali, volontari, associazioni, in una corale e sinergica intesa, giganti dell’umano trasformati in angeli del servizio accanto ai più deboli. Lo scoppio della pandemia di covid-19 li ha colti, come tutti d’altronde, di sorpresa, sembravano esser precipitati in un silenzio sbigottito e incredulo, è bastato poco però e ad ogni appello hanno reagito con una mobilitazione esuberante e vivace. Sulle strade, negli ospedali, nelle case di riposo, la presenza porta a porta, con innumerevoli attività di sostegno agli anziani, alle persone sole, a coloro che non hanno dimora, agli immigrati, ai bambini, stiamo assistendo alla solidità di un patto intergenerazionale che forse era stato sottovalutato.

Neanche va sminuita la competenza digitale dei nostri giovani, che attraverso la specifica attenzione mediatica hanno posto in campo occasioni di comunione virtuali, con una disponibilità alla cultura, alla scuola, al culto. Accanto alla smentita di fake news sono in prima linea per combattere anche il virus dell’"infodemia", la cinica e colpevole diffusioni di false notizie capaci di destabilizzare i rapporti sociali, determinare sfiducia e paure.

Frettolose valutazioni rinchiudono i giovani e i loro comportamenti in un frasario scontato di scetticismo e di sfiducia. Invece emerge anche un’incredibile voglia di spiritualità e di profonde domande che esprimono attraverso scelte di altruismo, di inclusione, di prossimità e di rifiuto di ogni discriminazione. Papa Francesco ha più volte ribadito, «Mi piace una Chiesa inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. … una Chiesa che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà», mi pare che i giovani hanno tutte le caratteristiche per accettare questo invito.

Con grata riconoscenza abbraccio e benedico tutti.

+ p. Antonio De Luca