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XXVIII Giornata Mondiale del Malato

Scritto da Massimo La Corte on .

“Mi rivolgo alle istituzioni sanitarie e ai Governi di tutti i Paesi del mondo, affinché, per considerare l’aspetto economico, non trascurino la giustizia sociale. Auspico che, coniugando i principi di solidarietà e sussidiarietà, si cooperi perché tutti abbiano accesso a cure adeguate per la salvaguardia e il recupero della salute”. Questo l’appello di papa Francesco contenuto nel Messaggio per la XXVIII Giornata Mondiale del Malato, che si celebrerà l’11 febbraio 2020.

La Giornata mondiale del malato, fissata significativamente per l'11 febbraio, giorno della memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, nell'anniversario della prima apparizione della Vergine a Bernadette Soubirous, è stata istituita da Giovanni Paolo II agli inizi degli anni '90, dietro richiesta del presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale degli operatori sanitari di quel tempo.

Nel messaggio per la Giornata il Papa ricorda come "Gesù Cristo, a chi vive l'angoscia per la propria situazione di fragilità, dolore e debolezza, non impone leggi, ma offre la sua misericordia, cioè la sua persona ristoratrice. Gesù guarda l'umanità ferita". Gesù, infatti, ama perchè - ricorda ancora il Santo Padre - "Egli stesso si è fatto debole, sperimentando l'umana sofferenza e ricevendo a sua volta ristoro dal Padre".

E parlando, nello specifico di chi vive l'esperienza della malattia, aggiunge: "si avverte a volte una carenza di umanità e risulta perciò necessario personalizzare l'approccio al malato, aggiungendo al curare il prendersi cura, per una guarigione umana integrale. Nella malattia la persona sente compromessa non solo la propria integrità fisica, ma anche le dimensioni relazionale, intellettiva, affettiva, spirituale; e attende perciò, oltre alle terapie, sostegno, sollecitudine, attenzione... insomma, amore. Inoltre, accanto al malato c'è una famiglia che soffre e chiede anch'essa conforto e vicinanza".

Gesù, dunque, conclude Francesco, "vi invita ad andare a Lui: «Venite». In Lui, infatti, le inquietudini e gli interrogativi che, in questa "notte" del corpo e dello spirito, sorgono in voi troveranno forza per essere attraversate. Sì, Cristo non ci ha dato ricette, ma con la sua passione, morte e risurrezione ci libera dall'oppressione del male".

Sul sito dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI sono disponibili per il download i materiali per l'animazione.