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Natale 2019

Scritto da Massimo La Corte on .

Natale del Signore
«Oggi… è nato per noi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,11).

La scelta preferenziale dei pastori come destinatari di un evento straordinario, rivela in primo luogo la logica di Dio… scegliere i poveri, rivolgersi a chi davvero sa attendere, a chi sa ascoltare, agli umili della terra, a coloro che sono alla ricerca di un liberatore… Ecco perché i pastori diventano i primi custodi di un Vangelo, ma anche i primi testimoni ed annunciatori. I pastori sono figure deboli, considerati ai margini della società, nomadi e precari, ma quella notte si lasciano incontrare da Dio. I pastori “vegliavano nella notte”, nella notte si mettono in cammino… nella notte ritornano alle loro occupazioni lodando e glorificando Dio… In quella notte, gli ultimi della terra, scoprono una nuova ed inedita solidarietà, quella con il Divino perché “con la sua incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo” (Gaudium et Spes, 22).

I racconti che i Vangeli dell’infanzia riservano ad una annotazione apparentemente solo cronologica “nella notte”, ha un grande significato teologico ed antropologico. La notte è anche il tempo delle tenebre, dello smarrimento, della confusione, della solitudine, della prova; nella notte la direzione si dissolve e tutto appare particolarmente indefinito, si procede a tentoni! La notte è anche simbolo dell’oblio di Dio e della menomazione di libertà, di verità, di affetti e di legami. Però la notte è anche tempo di adorazione e di preghiera, nella notte si apprezza con maggiore gratitudine la comparsa di una luce, un bagliore rifulge con tutta la forza. La notte ed il buio sono il contesto del Natale, il "cielo stellato nel buio e nel silenzio della notte. Pensiamo a quante volte la notte circonda la nostra vita. Ebbene, anche in quei momenti, Dio non ci lascia soli, ma si fa presente per rispondere alle domande decisive che riguardano il senso della nostra esistenza: chi sono io? Da dove vengo? Perché sono nato in questo tempo? Perché amo? Perché soffro? Perché morirò? Per dare una risposta a questi interrogativi Dio si è fatto uomo. La sua vicinanza porta luce dove c’è il buio e rischiara quanti attraversano le tenebre della sofferenza (cfr. Lc 1,79)" (Papa Francesco, Admirabile signum, 4).

Nella notte è anche lo stato d’animo di chi perde i punti di riferimento e di chi, sommerso dalle prove e dalle angustie della vita, è costretto a procedere con timida incertezza. Nella notte dell’umano, quando il mondo sembra completamente e definitivamente sommerso, allora rifulge a noi la speranza di una luce nuova. “Nella pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli” (Gal 4,4). Quando la storia ha smarrito il senso e la direzione, quando un uomo, un imperatore, Cesare Augusto, ha la presunzione di farsi Dio, proprio allora Dio si fa uomo, per riportare nella direzione della giustizia e della pace il corso della storia. In questo senso dobbiamo comprendere le parole dell’angelo ai pastori: "è nato per voi un salvatore". In Lui e con Lui la storia ha un'altra prospettiva, Egli diventa il paradigma di una nuova umanità: “In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo”, e la Chiesa “crede… di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana... per illustrare il mistero dell’uomo e per cooperare nella ricerca di una soluzione ai principali problemi del nostro tempo" (GS 10).

A Natale si ripropone per ciascuno di noi, per le nostre comunità civili ed ecclesiali, per le nostre famiglie, la possibilità di una rinnovata direzione di impegno, di sincera conversione e di audacia ricerca del bene comune, con la messa al bando di ogni mediocre adattamento sulla verità e sull’annuncio della carità. A Natale siamo invitati ad un singolare apprendistato di semplicità, di questo ci parlano il buio, la grotta, la mangiatoia, i pastori; ma anche di una eccezionale apertura al trascendete, al Divino: gli angeli, e una schiera di creature invisibili che annunciano agli uomini che Dio ama, di aver finalmente ricevuto il dono di "un Salvatore, che è Cristo Signore".

A Natale si rivela Dio, con la potenza di tutta la sua predilezione di amore. A nulla possono valere i nostri discorsi intrisi di sentimentalismo sulla grotta, la mangiatoia, il freddo e il gelo, se sono diventati solo recinti del nostro egoismo e perciò ostacoli per incontrare il vero volto di Dio e dell’uomo nostro fratello.

Santo Natale a tutti.

+ p. Antonio De Luca