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Dio e il prossimo...

Scritto da Super User on .

4 novembre - XXXI Domenica del Tempo Ordinario

“O Dio, tu se l’unico Signore
e non c’è altro Dio all’infuori di te;
donaci la grazia dell’ascolto" (dalla Liturgia).

Quale immagine di Dio ci siamo costruiti? Cosa pensiamo di lui, come abbiamo impostato il nostro rapporto con lui? Chi è Dio per me? Non è questa una serie di domande teoriche, che nulla hanno a che vedere con la nostra vita. Credo invece che siano di capitale importanza. Per entrare pienamente nella pagina evangelica di oggi dobbiamo affrontare queste domande, tutto dipende dalle risposte che daremo. In chi crediamo?

Per rispondere basta comunicare l’esperienza che di Dio abbiamo fatto. Senza ricorrere a formule, a teoremi. L’atto stesso di affidamento a Dio e alle verità rivelate possono essere sufficienti a poter comunicare la nostra esperienza di fede. La richiesta rivolta a Gesù da uno scriba rivela la sua buona fede: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?” (Mc 12, 28). In un ginepraio di leggi, come districarsi, senza perdere di vista il necessario? Pur conoscendo bene la legge di Dio quell’uomo rivolge a Gesù la nostra stessa domanda, che spesso affiora dalle nostre labbra: Cosa conta di più?

Gesù risponde mettendo insieme due passi dell’antico testamento e richiama la necessità dell’ascolto, shemà Israel. Ascolto come disponibilità verso Dio, ascolto che indica apertura, la preghiera con la quale si apriva e si chiudeva la giornata di ogni israelita. “Parla Signore, il tuo servo ti ascolta” (1Sam 3, 10). Dall’ascolto nasce l’amore: “Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza” (Mc 12, 30). Potremmo mettere un bel punto e chiudere qui. Ciò che conta è amare Dio. Ma Gesù immediatamente a questo comandamento ne collega un altro: “Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore” (Lev 19, 18).

Allo scriba in ricerca Gesù indica l’essenziale, ribadisce il comandamento che è alla base di ogni altra manifestazione di adorazione verso Dio. L’amore è essenziale, per Dio e per il prossimo. Non il rispetto dei tanti precetti, leggi e decreti, ma come riesco ad incarnare l’amore. Tuttavia l’amore per il prossimo risulta il più difficile, il più arduo da attuare. Si può riuscire ad amare alcuni, ma come si fa ad amare il prossimo, quello che forse mi crea più difficoltà?

Qui ritorna la domanda iniziale. Chi è Dio per me? Perché se io ho assaporato l’amore che egli ha per me, se mi sento amato da Dio, se riesco a vedere tutto come proveniente dalla sua misericordia e dal suo amore, allora non mi sarà difficile riversare l’amore da lui ricevuto nelle relazioni con il mio prossimo. Se avverto la presenza di Dio come un antagonista, uno che limita la mia libertà, se di lui sperimento solo l’immagine distorta creata dalla mia falsa religiosità, resto bloccato, incapace di dare slancio a quell’amore per il prossimo che egli mi chiede.

Lo scriba dimostra di aver colto nel segno, la risposta di Gesù lo ha soddisfatto. Ora non gli resta che seguire le strada indicata dal Maestro Gesù. Non è lontano dal regno di Dio, come nessuno lo è quando diventa discepolo di Cristo.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo