Stampa

Creati per amare

Scritto da Super User on .

7 ottobre - XXVII Domenica del Tempo Ordinario

"Questa volta è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta" (Gen 2).

Il Vangelo di questa domenica riporta la nostra attenzione su uno degli aspetti fondamentali della nostra fede che può essere declinata solo nella logica dell’amore. È l’amore che spinge ogni cosa, è la relazione sana e vivificante che rende più vivibile la nostra esistenza. Siamo creati per amare e solo questa dimensione può restituire credibilità al nostro essere. Creati ad immagine di Dio che è relazione, comunione, carità l’alterità è condizione fondamentale per una esistenza riuscita.

La domanda posta come “un mettere alla prova” delinea già le intenzioni con le quali questo gruppo di farisei si avvicina a Gesù. Infatti la legge era ben conosciuta, questi sapevano come regolarsi in caso di ripudio, eppure chiedono a Gesù cosa egli pensasse a proposito. Il divorzio infatti era ammesso nell’ebraismo e in esso vi era l’interpretazione di almeno due scuole (una più permissiva, l’altra più restrittiva) che interpretavano quanto la scrittura prevedeva: “Quando un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da marito, se poi avviene che essa non trovi grazia ai suoi occhi, perché egli ha trovato in lei qualche cosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio e glielo consegni in mano e la mandi via dalla casa” (Dt 24, 1).

Il legalismo esasperato aveva creato un vero e proprio ginepraio di interpretazioni. Gesù non si lascia trarre in inganno, si sottrae da risposte preconfezionate e standardizzate. E ricorda a coloro che lo interrogano che la concessione fatta da Mosè, che loro vedevano come una conquista, era da considerarsi invece come una sconfitta, una perdita di originalità, una mancanza di impegno nell’amore coniugale. E riporta tutto il discorso al momento nel quale Dio creatore ha instillato l’amore nella relazione uomo-donna. Non è la legge che regola la relazione d’amore, al massimo la sostiene, ma certamente non l’esaurisce. L’amore non può essere regolato da un gelido contratto, ma esige l’impegno di tutta la vita, senza concessioni o scorciatoie.

La solitudine nuoce gravemente alla salute. Non si è mai pienamente autosufficienti. L’essere umano ha un infinito desiderio di comunione e relazione. È Dio che stabilisce la diversità e l’alterità per indicare che solo nella relazione l’essere umano trova il suo equilibrio e la sua stabilità. Ed è nel luogo della relazione uomo-donna che si possono scorgere i segni della fedeltà Dio, che si manifesta in Gesù Cristo, nel completo dono di sé, nella fedeltà definitiva, nell’amore più forte del tradimento.

Ogni consegna di sé all’amore prevede anche la stanchezza, la monotona ripetitività del già conosciuto eppure, nel continuo riferimento a Dio, il discepolo sa generare una fedeltà creativa, che conferisce all’amore tra l’uomo e la donna i tratti dell’amore-donazione di Dio.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo