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Il più grande

Scritto da Super User on .

23 settembre - XXV Domenica del Tempo Ordinario

O Dio donaci la sapienza che viene dall’alto,
perché accogliamo la parola del tuo Figlio
e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che serve. (dalla Liturgia)

La lettura del Vangelo di Marco ci ha condotto, domenica scorsa, a riconoscere in Gesù il Cristo, insieme a Pietro e agli altri apostoli. Come loro siamo stati destinatari dell’annuncio inaspettato della passione di Gesù, quasi a voler sgomberare il campo da una visione distorta di incarnare il Messia. Gesù non vuole illudere i suoi discepoli: messia sì, ma a modo mio! Così come il Padre indica, senza intromissioni da parte di nessuno. Alle attese di potenza, Gesù si mostra mite; si attendeva un condottiero, Gesù sceglie un’altra maniera, quella di Dio.

Oggi il discorso della passione ritorna perché i discepoli non hanno capito granché. Ormai Gesù ha chiaro davanti a sé che la sua vita sta per essere “versata”. La mèta è Gerusalemme, il contesto del Vangelo di oggi è però ancora la Galilea, Cafarnao dove tutto è cominciato. La casa è quella di Pietro, non distante dalla sinagoga. Lì, nell’intimità del focolare, Gesù chiede dei chiarimenti ai discepoli. Durante il cammino aveva sentito si erano intrattenuti in una discussione piuttosto animata. “Di che cosa stavate discutendo lungo la via?” (Mc 9, 33).

Anche dopo il secondo annuncio della passione i suoi non hanno capito, perché lungo la strada si erano intrattenuti a discutere su chi fosse il più grande. La prima volta Pietro aveva reagito cercando di dissuadere Gesù, prendendosi un rimprovero dei più violenti. Ora, dopo il secondo annuncio, era cambiato ben poco. Il modo di ragionare è ancora troppo, tremendamente umano, distante anni luce dal modo di ragionare di Dio.

E ancora una volta, con pazienza Gesù spiega che la destinazione del discepolo non può essere diversa da quella del Maestro e che il discepolato non è un semplice camminare dietro di lui senza alcun coinvolgimento, ma è assumere totalmente il modo di ragionare di Gesù, capovolgendo tutti i calcoli e i progetti umani, mettendo in discussione anche ciò che vorremmo che non cambiasse mai. Il rimprovero a Pietro ora è per tutti: “Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mc 8, 33).

Quanto è difficile il nostro Dio! Come vorremmo che, ogni tanto, seguisse il nostro modo di essere. Un Dio che si fa piccolo, come un bambino, contro un modo umano che cerca invece sempre di primeggiare, di essere grande, di essere riconosciuto, a tutti i costi. Eppure Gesù non si scoraggia, prende un bambino, lo pone in mezzo ai discepoli, indicandolo come la misura di Dio, che non cerca consensi, applausi e riconoscimenti vuoti, ma va dritto al cuore. Così come il bambino, che tutto attende dall’amorevole attenzione dei suoi genitori.

La misura di Dio è la piccolezza! Allora non perdiamo tempo dietro a sgomitate per raggiungere i primi posti, gli incarichi più brillanti per mettersi in mostra. Siamo discepoli di un Maestro che con la vita ci ha insegnato che “regnare è servire” e che se proprio vuoi essere il primo, abbassati per essere il servo di tutti.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo