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Comandamento di Dio e tradizione degli uomini

Scritto da Super User on .

2 settembre - XXII Domenica del Tempo Ordinario

Fa’ che la lode delle nostre labbra risuoni nella profondità del cuore:
la tua parola seminata in noi santifichi e rinnovi tutta la nostra vita. (Dalla Liturgia)

La ripresa della lettura del Vangelo di Marco in questa domenica avrebbe potuto essere più accomodante, dopo il lungo discorso del pane e il fallimentare epilogo della presa di distanza di molti discepoli, avremmo certamente preferito un Vangelo più soft, invece… troviamo il Maestro ancora una volta intento a far fronte alle assurde pretese dei benpensanti, che credono di poter dare lezioni a tutti di buona religiosità e di impeccabile pratica esteriore.

Il bersaglio è Gesù che sembra non rispettare le tradizioni dei padri. L’occasione è l’azione dei discepoli che prendono cibo senza lavarsi le mani, trasgredendo un preciso obbligo di purità rituale. Al gesto di Gesù che spezza il pane si contrappone la pretesa dei farisei del rispetto pedissequo della legge. Non importa il segno, più importante è che quel segno avvenga sotto il rispetto di quanto è prescritto. Non vi è possibilità di rallegrarsi se ciò è fatto senza rispettare quanto stabilito.

A loro Gesù risponde offrendo il vero senso del rispetto di Dio e della sua legge, all’accusa di non rispettare la tradizione dei padri il Signore risponde che, forse, Dio c’entra poco o nulla con la pretesa di rendergli un culto asettico, avulso, scollegato dalla realtà. E che spesso le tradizioni sono invenzioni dell’uomo, forse anche positive, ma che, con il passare del tempo, diventano gabbie dalle quali è impossibile uscirne una volta finiti dentro. Quante volte ci si trova a fare i conti con le tradizioni, con modi di fare ormai quasi codificati, dai quali è sempre più difficile liberarsi se non con un colpo di mano che riporti ossigeno ad una religiosità sempre più anoressica? È pane di tutti i giorni, ma che non sa di freschezza come quello spezzato da Gesù, ma di muffa, perché ormai stantivo ed alterato…

Gesù viene a spezzare il cerchio magico, non importa a che prezzo! Non indietreggia quando a farne le spese può essere la fede dei piccoli, di coloro che lo seguono e che aprono il cuore e l’intelligenza alle sue parole. Per questo Gesù smaschera la falsa religiosità fatta di incalcolabili e pedisseque adempienze di una tradizione che ormai ha perso il mordente. I farisei sono abili a rivestire le tradizioni degli uomini, spesso inaccettabili, con il carisma divino; a spegnere ogni slancio positivo riportando tutto nell’asfissiante solco dell’osservanza di una legge umana.

A Dio non piace questa religiosità, Gesù tenta la purificazione del cuore innanzitutto, prima che delle strutture e delle forme, mettendo in guardia di pulire prima l’interno e solo dopo l’esterno, perché il male proviene dal cuore, dall’interiorità dell’uomo.

Quello di Gesù non è un discorso teorico, astratto, senza aggancio alla vita reale. Ne siamo tutti testimoni, nostro malgrado, che l’insegnamento del Maestro è quanto mai vero e quanto mai attuale. Facciamo verità dentro noi stessi, mettiamo al primo posto Dio e il prossimo, riscopriamo la bellezza di gioire delle cose semplici. Così ci riapproprieremo del dono della fede, scrollandoci da dosso, per sempre, di una falsa e deprimente religiosità.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo