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La forza del Vangelo

Scritto da Super User on .

15 luglio - XV Domenica del Tempo Ordinario

Donaci, o Padre,
di non avere nulla di più caro del tuo Figlio,
che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell’uomo.

La preghiera che oggi si eleva dalla comunità dei credenti al Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito rafforza l’impegno dell’annuncio, ci immette in un dinamismo di dono, ricevuto ed offerto. Il Signore ci chiama, ci costituisce, ci invia. Non lascia tranquilli la vocazione, la chiamata è per i forti, per i ribelli alla mediocrità (Paolo VI), non lascia in pantofole, ma spinge, quasi getta nella mischia. Il Vangelo di questa domenica narra il momento nel quale Gesù convoca quelli che si era liberamente scelto perché stessero con lui: è arrivato il tempo della missione, dell’invio.

Scelti per stare con Gesù. Il motivo principale è questo, perché non vi può essere annuncio, missione, guarigione dei malati se prima non si impara a stare con il Maestro. Senza questa motivazione la missione sarebbe sterile, parole al vento, senza anima. Imparare a stare con Gesù, così come hanno fatto i dodici è l’impegno dei credenti di ogni tempo. Nella missione di Gesù la comunità trova il modello pieno, vero che rende i discepoli partecipi del suo stesso ministero. Poveri apostoli, stare dietro Gesù non è stato certamente facile, ma li ha trasformati, li ha trasfigurati e ne ha fatto testimoni credibili della sua resurrezione.

Il rifiuto degli abitanti di Nazareth suscita in Gesù stupore e meraviglia, ma non si scoraggia. Si lascia alle spalle il suo villaggio ed inizia ad annunciare la Parola nei villaggi vicini, insieme a quelli che era scelti. E li manda a due a due perché il primo annuncio non è a parole, ma nella comunione, nel sostegno reciproco, senza riporre la fiducia nelle proprie forze. Per l’annuncio del Vangelo non vale il detto: Chi fa da sé fa per tre. Mai! Il Vangelo raduna le comunità, davanti ad esso impallidiscono i liberi battitori, perché non sarebbe vero annuncio di salvezza, ma parole blaterate. Tolta la comunione non esiste vero annuncio del Vangelo.

L’annuncio del Vangelo impone la povertà dei mezzi. Anzitutto la povertà che riconosce che tutto scaturisce dalla misericordia di Dio, la vita, l’impegno, la fede, la crescita del bene della comunità. Che non è merito di nessuno, se non di Dio se il regno cresce sempre di più, chiedendo a noi solo il coraggio della semina. Non dipende infatti dai mezzi che il Vangelo espande il suo profumo, si deve usarne, sapendo che non è loro il merito della crescita.

La potenza è il Vangelo stesso che il discepolo annuncia, i mezzi cambiano, a seconda dei tempi, ma il richiamo del Signore rimane per ogni tempo: non un impeccabile dispiegamento di mezzi assicura la salvezza, ma la fede che riponiamo nel Signore e nella trasformante del Vangelo.

Il rischio resta sempre il rifiuto, lo stesso che hanno offerto al Maestro. Niente paura! “La Parola di Dio non è incatenata” (2Tim 2, 9). Essa opera sempre, in ogni condizione, attraverso ogni mezzo, anche il più inetto ed apparentemente inefficace. La comunità è mandata ad annunciare il Vangelo, non a raccogliere i frutti. A quelli ci pensa Dio. Come piace a Lui.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo