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Fede che salva

Scritto da Super User on .

1 luglio - XIII Domenica del Tempo Ordinario

La tua fede ti ha salvata…
Talità kum (Mc 5, 34. 41).

Quanta umanità, attraversata dalla malattia e dalla morte nel Vangelo di questa domenica! Umanità ferita, bisognosa di uno sguardo pieno di amore e misericordia. La contraddizione della sofferenza e della morte tiene prigioniero l’uomo di ogni tempo in cerca di accoglienza, anche solo di una parola di sostegno. In questa umanità si imbatte Gesù, senza scostarsi, senza paura di toccare questa sofferenza, anzi entrando in piena sintonia con chi mostra la fragilità della propria esistenza.

Due incontri narrati nella costruzione evangelica di Marco inseriti uno nell’altro. Due storie, una di malattia e l’altra di morte. Il Signore mosso dalla ferma volontà di andare incontro a coloro che vivono situazioni di lacerazione. Un punto tiene unito i due racconti: la fede di coloro che si accostano a Gesù per invocare un suo intervento. Un uomo lo supplica per sua figlia che sta morendo, uno importante, un capo della sinagoga al quale Gesù risponde non a parole, ma mettendosi subito in cammino con lui per raggiungere la piccola. Una donna che soffre di perdite di sangue, dopo essere ricorsa a molti medici e ormai senza più un soldo, sente di Gesù e, piena di speranza, cerca di toccarlo. Non osa disturbarlo, la presenza della folla le impedisce di esporre a Gesù la propria malattia che la classifica come impura, cerca solo di toccare il suo vestito, essere coperta dalla sua ombra, per lei era già tanto. Avviene la guarigione, il flusso si ferma, ha ottenuto ciò che cercava. Ora è Gesù che cerca, è lui che vuole vedere la persona che lo ha toccato, si è reso conto che qualcosa è accaduto. L’incontro avviene: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male” (Mc 5, 34).

E la fede è al centro anche dell’altro incontro: “Non temere, continua solo ad aver fede!” (Mc 5, 36). Anche davanti all’irreparabile il Signore chiede ancora uno sguardo di fede, che sa andare al di la di ciò che appare. La bambina è certamente morta, eppure Gesù chiede ancora di sperare: “Non è morta, ma dorme” (Mc 5, 39). Alla richiesta dei conoscenti che dicono a Giairo di non infastidire il Maestro perché la bimba è morta, Gesù risponde di continuare a fidarsi di lui.

Torna in mente la sequenza pasquale: “Morte e Vita si sono affrontate in un duello straordinario”. Manda via tutti, Gesù ora si trova davanti alla bambina, con i suoi genitori e alcuni discepoli. È Gesù a prendere la mano della fanciulla, la tocca, le parla: “Alzati!” (Mc 5, 41). Al gesto e alla parola di Gesù segue l’azione della bambina che si alza ed inizia a camminare. Ed ancora una volta Gesù raccomanda il silenzio. La fede infatti è altra cosa, non può essere misurata su segni e miracoli, anche forti e strepitosi, come quelli del Vangelo di oggi. È l’incontro con Gesù che guarisce e ridona vita, ristabilisce rapporti, ricostruisce la dignità. Non è più il tempo per una fede miracolistica.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo