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E' fuori di sé

Scritto da Super User on .

10 giugno - X Domenica del Tempo Ordinario

“Chi fa la volontà di Dio,
costui è mio fratello, sorella e madre”, dice il Signore. (Mc 3,35)

Non è per nulla semplice la lettura del brano evangelico di questa domenica. Ci lascia alquanto perplessi apprendere dall’evangelista Marco l’opinione che di Gesù si stava affermando, sia tra i suoi parenti, sia tra quelli che erano ritenuti i capi religiosi del suo tempo. Gesù non si omologa a nessuno schema prestabilito, fin dall’inizio della sua missione egli lascia intravvedere un modo nuovo ed originale di comunicare la sua esperienza del Padre.

Un giudizio impietoso arrivano a formulare i suoi familiari: “È fuori di sé”. È pazzo! Dai capi religiosi l’accusa è ancora più subdola: “È indemoniato”. Due letture di parte, che mostrano una evidente fraintendimento della missione di Cristo. I primi, i parenti, corrono a riprendere e riportare a casa Gesù credendolo ormai uno uscito di senno, i secondi vogliono a tutti i costi farlo passare per un demonio.

Non riescono a capirlo! Infatti Gesù mostra una capacità di narrare Dio come nessuno. Ha radunato intorno a sé molta gente, il suo modo ha catturato l’interesse di molti, per lui non ci sono orari, egli intende la sua missione in modo del tutto coinvolgente. Accoglie tutti, per tutti ha parole di comprensione, si lascia incontrare, con lui tutti possono parlare. Per questo i suoi sono preoccupati.

Ancor più preoccupati, però, appaiono i detentori del potere religioso che, sentito ciò che accadeva, dalla Giudea, da Gerusalemme, inviano alcuni scribi per verificare ciò che stava succedendo. Solo loro avevano il diritto di parlare di Dio, a nessuno era consentito prendere le distanze dal loro insegnamento, tantomeno un rabbì della quasi infedele Galilea poteva predicare con tanta libertà. Di qui il giudizio: “È indemoniato”.

Gesù non si lascia intimorire. Coglie però l’occasione per dire a questi scribi che satana non può andare contro sé stesso, che non è possibile liberare alcuni dagli influssi del demonio con la forza del demonio stesso. È un controsenso. Per questo non riconoscere la potenza di Dio che scaccia il male e ristabilisce l’equilibrio è un grave peccato contro lo Spirito Santo, l’ostinazione a non riconoscere l’intervento di Dio provoca un peccato imperdonabile.

Il male, satana, non è più forte. Qui è lo scontro tra il potere di Cristo e quelle delle tenebre. Una lotta che non darà tregua a Gesù, sempre in agguato per impedirgli di compiere sempre e comunque la sua missione di salvezza. Solo il suo amore, protratto fino al dono della vita sulla croce, impedirà al male di conquistare gli uomini. È Gesù, il Signore, il più forte, anche quando sembrerà che ogni suo tentativo è stato vano.

Liberiamoci dai condizionamenti, mettiamo da parte i giudizi, non sono questi a dirci la verità su noi e gli altri. Se anche il discepolo viene visto come un indemoniato, un invasato, uno al limite dell’eresia, non dobbiamo preoccuparci: “Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore” (Mt 10, 24-25).

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo