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Portare frutto con gioia

Scritto da Super User on .

6 maggio - V domenica di Pasqua

Amiamoci gli uni gli altri…
chiunque ama è stato generato da Dio… Dio è amore. (1Gv 4, 7 ss)

Nel lungo discorso di Gesù durante l’ultima cena, Giovanni ci consegna i passaggi cruciali dell’insegnamento di Gesù, di quello in cui il Maestro ha profondamente creduto, le indicazioni che egli lascia alla sua comunità. E sono passaggi che indicano una straordinaria visione della vita, uno sguardo divino sulle vicende dell’umano. È la risposta piena e definitiva per realizzare un’umanità finalmente riconciliata, non più in guerra con sé stessa e con gli altri, sono indicazioni di vita piena che, se messi in pratica, generano speranza e futuro.

L’amore spiega ogni cosa! E Gesù insiste proprio su quest’aspetto per nulla secondario, anzi è Gesù stesso che fa scaturire tutto dall’intensità dell’amore nella comunità dei credenti. Per questo, spesso, non diamo proprio un esempio di fraternità… perché incarnare la parola di Cristo diventa difficile, può addirittura apparire una perdita di tempo, un’opera irrealizzabile. Ma Gesù non chiede altro… “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15, 12). E tutto potrebbe apparire sterile, infruttuoso, se nella comunità dei credenti si tralascia questo comandamento del Signore.

Dall’amore scaturiscono altri frutti utili per l’edificazione della comunità: la misericordia, il perdono, la generosità, l’impegno per il rispetto della dignità di ogni essere umano, uno sguardo di carità verso i più bisognosi, un impegno perché pace e giustizia diventino il luogo dell’umana famiglia. La relazione di intimità e di amore che esiste tra il Padre e il Figlio diventa per Gesù il paradigma per una comunità dei discepoli pienamente integrata, dove ci si riconosce fratelli, che insieme progrediscono, incamminati verso l’unica mèta.

L’amore dunque viene dal Padre, che ama il Figlio e da Cristo questo amore invade infine l’esistenza dei discepoli. La condizione è l’osservanza dei comandamenti di Gesù, così come Gesù osserva i comandamenti del Padre, rimanendo nel suo amore. Ecco perché solo l’amore può spiegare l’osservanza dei comandamenti, sarebbe infatti controproducente l’osservanza dei comandamenti svuotati del significato che viene dall’amore. Osservo perché amo e non è un peso, anzi è la realizzazione piena della vocazione di ognuno.

La gioia, allora, diventa il distintivo che rende una comunità integrata nell’amore “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 11). Questa nasce dall’ascolto della Parola, cresce nell’obbedienza della fede, si rinforza nell’osservanza del comandamento dell’amore. La misura di questo amore la dobbiamo rintracciare in quello di Gesù: “Come io ho amato voi…” (Gv 15, 12). Non è semplice amare nella misura di Cristo, fino a dare la vita per il prossimo. Lasciamo, tuttavia, agire lo Spirito: ci aprirà orizzonti inaspettati che permetteranno di amare, senza riserve, portando frutti buoni, e irradiando la gioia che il Signore ci ha promesso.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo