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Pasqua 2018

Scritto da Super User on .

1 Aprile - Domenica di Risurrezione

La Pasqua ci apre la prospettiva del futuro!

La festa cristiana di Pasqua coincide anche con un momento di riscoperta della vitalità della natura e della bella stagione. Ma questo ancora non basta per comprendere che la vera natura del mistero di Cristo risorto coincide con la riproposizione della verità sull’uomo che si riscopre sempre più «capace di Dio», assetato di Dio. Certo la contingenza storica della nostra vita sociale e nazionale vive profondi mutamenti, stati di attesa e di affidabile fiducia… tuttavia non sempre la persona, i suoi bisogno, e le radicali domande sulla vita, sui diritti, sulle profonde ingiustizie che segnano la vita di tanti possono trovare una soluzione globale e duratura prescindendo dalla innata sete di Dio e del bisogno di Eternità.

A fronte di una cultura che vorrebbe edificare sulle macerie della diffamazione e del dissolvimento di ogni sicuro punto di riferimento, a Pasqua si ripropone l’interrogativo sul futuro dell’uomo e del cosmo, e la radicale vocazione ad aprirsi a ciò che è Divino, a ciò che veramente conta! Le vestigia di questa divina eternità sono segnate nel riconoscimento della grande dignità inscritta nella solidarietà, nella comunione, nell’accoglienza, nel rispetto dei piccoli e dei deboli. Oscurare queste tracce di divino significa opprimere anche l’uomo. La Pasqua cristiana introduce un dinamismo di vita che indirizza lo sguardo verso una prospettiva futura e definitiva. Per quanto legittimo e vero il nostro sguardo sul presente contingente, assorbe ogni nostra risorsa, e tuttavia non può diventare ossessiva occlusione della speranza, la comprensione di un per ora difficile non può distrarci dal per sempre possibile.

La Resurrezione di Cristo che nel giorno di Pasqua noi cristiani celebriamo, ci impone anche di rimuovere i pesanti macigni di tombe assurde fatte di ipocrisia, infedeltà, mediocrità, sospetto, e chiacchiere che inquinano non poco le nostre comunità e senz’altro anche noi pastori. Ma con la resurrezione la tomba diventa culla, spazio di vita nascente, e verso di essa si corre sempre più sorpresi delle meraviglie di Dio.

Non indugiamo sulla cultura di morte, non soffermiamoci su dolorosi passati e sulle sterili valutazioni, apriamoci all’impegno coraggioso della speranza. Corriamo come i discepoli di «buon mattino» (Mt16,1) per scoprire che al di là dei nostri limiti Dio ci concede orizzonti nuovi, ed imprevisti. Tutto diventa significativo per chi alimenta nella preghiera e nell’incontro la fiducia di una rinascita spirituale ed ecclesiale.

Gesù risorto ci “precede” su un destino di gioia e di pace. L’augurio che ciascuno di noi si lasci conquistare dalla sua forza.

+ p. Antonio de Luca