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Scritto da Super User on .

4 marzo - III Domenica di Quaresima

“Perdona, o Padre, i nostri debiti
e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli. ". (dalla Liturgia)

Ci addentriamo sempre di più nel percorso quaresimale che esige dai credenti una seria revisione di vita per riscoprire la bellezza di essere cristiani, offrendo una chiara ed inequivocabile testimonianza al Vangelo di Cristo. La purificazione è una scelta coraggiosa, necessaria per ritornare all’essenzialità della fede, nella continua crescita della conoscenza di Cristo che, sola, può condurci alla più intima esperienza con il Signore. La quaresima è accoglienza di un invito che Dio rivolge: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti” (Gl 2, 12).

Dopo l’esperienza esaltante del monte sul quale Gesù è trasfigurato, oggi il Vangelo di riporta all’esigenza della purificazione del tempio, ma soprattutto a rivedere quale idea di Dio ci siamo fatti. Gesù, purificando il tempio, intende riportare al centro dell’attenzione Dio stesso, così come gli si è rivelato e non con tutti gli orpelli che gli uomini gli hanno messo addosso. Una falsa immagine di Dio, un pericolo sempre in agguato, che rischia di vanificare ogni tentativo di buona riuscita. L’evangelista Giovanni pone questo episodio all’inizio del suo Vangelo con la chiara intenzione che può iniziare bene un percorso di relazione con Dio se l’uomo si libera dall’idea che di Dio si è creata.

Nel luogo santo della religione ebraica, presso il quale migliaia di pellegrini si recavano per pregare ed offrire sacrifici, proprio qui Gesù compie un gesto che, tutto sommato, spiazza e provoca un moto di disapprovazione. Era tutto normale, “si è sempre fatto così”, non è una novità che nell’atrio del tempio vi fossero venditori di bestiame e tavoli dei cambiamonete, non vi era nulla che contrastasse con la tradizione e con la consuetudine. Perché allora Gesù compie questo gesto che rompe con la tranquilla e rassicurante monotonia religiosa? Che gli è preso? Chi sono realmente i destinatari del rimprovero violento di Gesù? Tutti! Per comprendere il gesto di Gesù nessuno può tirarsi fuori. Si vanificherebbe la forza prorompente dell’azione purificatrice di Gesù.

Se Gesù, come afferma il Vangelo di oggi, conosceva tutti, conosceva ciò che c’è nel cuore dell’uomo, tanto più Gesù conosce Dio, il suo volto e soprattutto il modo che Dio predilige per relazionarsi con l’umanità. Che certamente non è quella del “do ut des”, quella dei meriti, quella che crede che Dio rivolga il suo sguardo lì dove l’offerta è maggiore. Ecco perché i destinatari siamo tutti! Chi, almeno per una volta, non ha tentato di relazionarsi con Dio inquadrato in quest’ottica meschina e mediocre?

Per troppo tempo si è creduto che la salvezza scaturisse dall’obbedienza ad un apparato freddo e distaccato di leggi, dalla partecipazione a riti sacri, impeccabili spettatori di una serie di azioni da compiere per tirare Dio dalla nostra parte. Il gesto di Gesù intende riequilibrare ciò che la tradizione degli uomini aveva sovvertito. Non è questo più il tempo di mercanteggiare con Dio. Dio non dobbiamo conquistarcelo con i nostri sforzi. È già dalla nostra parte. E ci chiede di accogliere la forza rinnovatrice della sua misericordia e del suo amore.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo