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Guarì molti

Scritto da Super User on .

4 febbraio - VI Domenica del tempo ordinario

"Cristo ha preso le nostre infermità e si è caricato delle nostre malattie". (Mt 8,17)

Il segno compiuto da Gesù nel Vangelo di Marco, a prima vista, appare dimesso e di poco conto. Certamente una guarigione più sensazionale attirerebbe di più l’attenzione. Non sembra avere un grande significato la guarigione della suocera di Pietro, invece contiene un messaggio che attraverserà poi tutto il Vangelo spiegando, fin dall’inizio, l’opera di Gesù e la sua vicinanza all’umanità sofferente.

È una chiave di lettura di tutto il Vangelo il segno che oggi Marco ci consegna: Gesù è venuto per mostrare la misericordia e riconsegnare all’uomo, segnato dal male, una vita nuova che diventa servizio, ad immagine dello stesso Gesù che “non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 45). Gesù non intende mostrare nessuna potenza, non è per nulla interessato a conquistare la simpatia con segni straordinari, più vicini ad una sorta di guaritore che agisce su richiesta. Ciò che più sta a cuore a Gesù è mostrare che attraverso il suo intervento l’uomo riscopra la sua intima vocazione di essere in relazione, disponibile al servizio, aprendo il cuore all’amore.

Lasciata la sinagoga, Gesù entra in casa di Pietro a Cafarnao. Le parlano di sua suocera e si reca da lei. Questa donna incarna il modello della vita nuova in Cristo, realizzata dalla sua presenza che libera dalle forze oscure del male, così come il segno compiuto della liberazione dallo spirito impuro nella sinagoga. La descrizione dell’attività di Gesù delineata da Marco ci aiuta a penetrare meglio il mistero del Figlio di Dio. Dalla sinagoga, Gesù passa in casa di Pietro e guarisce la suocera, rivolgendo le sue attenzione poi alle persone malate che si rivolgono a lui, riservando alla preghiera le prime ore del mattino.

Gesù ci insegna che la preghiera diventa il necessario incontro con il Padre, senza il quale ogni attività perde di senso e significato, inclusi i miracoli e segni. Possiamo fare tanto, ma senza la preghiera si rischia il fallimento di ogni iniziativa e di ogni azione di carità. Il Signore insegna che nella solitudine si incontra Dio, nello spazio fecondo del silenzio, nelle prime ore della nostra giornata. Lì si intesse la relazione feconda con il Padre, che anima e sostiene ogni altra attività. Incontrare i fratelli e porgere loro l’aiuto necessario non può esaurire l’impegno dei discepoli, come lo stesso Gesù non riteneva di aver adempiuto il suo compito perché ha incontrato, guarito e liberato l’uomo dalle forze del male. Nella preghiera egli ritrovava l’essenza del suo ministero, riservando ad essa tempo ed attenzione.

Pietro mostra di non capire l’azione di Gesù quando lo invita a tornare indietro intimandogli: “Tutti ti cercano”, quasi in tono di rimprovero, nella sottile tentazione di intralciare, suo malgrado, la sua strada intrapresa. Pietro tenta il Signore e non sarà l’unica volta, mostrando di non comprendere il suo atteggiamento. Imparerà Pietro che la strada la segna il Maestro e che il posto del discepolo è dietro.

Il trionfo non è nei segni, nei miracoli, nei prodigi… quelli confermano solo che il vero grande segno, il miracolo più strepitoso è la presenza stessa di Gesù, la sua persona, il suo Vangelo. E che seguire lui è fonte di gioia e di pienezza di vita.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo