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Messaggio per il Natale 2017

Scritto da Massimo La Corte on .

A Natale il germoglio di una nuova umanità
Ripartire da Dio per un rinnovato impegno dell’uomo.

L’inevitabile frastuono che accompagna i giorni del Natale e il luccichio seducente di mille raggi contribuiscono non poco a dissolvere il senso profondo della festa cristiana del Natale. Frastornati e confusi dimentichiamo glia appelli del Natale, le indicazioni, e le intime esigenze di questo evento che determina davvero la nascita di un nuovo umanesimo. Proprio di questo abbiamo più bisogno… lo scenario sociale sconcerta: l’aumento della perdita dei posti di lavoro, le famiglie sempre più provate, giovani alla ricerca affannosa di prospettive di futuro, i migranti alla ricerca di una ritrovata dignità di vita e di nuove condizioni di pace…; sono gli elementi che davvero meritano urgente attenzione. Vi assicuro che mi è parso anche difficile formulare gli auguri in un momento di particolare difficoltà sociale, familiare, e comunitaria.

Il cristiano non può non interrogarsi su cosa crediamo a Natale, cosa annunciamo con questa festa. Noi cristiani a Natale intendiamo riaffermare l’umile e fiduciosa convinzione che siamo figli amati benedetti di Dio. Questa certezza ci aiuta a comprendere che l’umanità è lo spazio nel quale Dio ha voluto consegnare il bene, il bello, l’amore; nel suo Figlio nato a Betlemme. Dio riorganizza la storia. Fermarsi davanti al presepe significa immergersi nel silenzio per contemplare Dio e gustare in quella povera creatura l’interruzione del silenzio di Dio che in Gesù di Nazareth diventa Parola.

Per un attimo a Natale si ferma il tempo e la storia ricomincia con una nuova contabilità, quella della grazia, che noi cristiani raccontiamo nel presepe, tutto in quel racconto ha un suo posto, tutto viene toccato da quell’evento… la casa, la famiglia il lavoro, la festa, gli amici, gli animali, la natura, … tutto nel presepe parla della grazia del Natale.

A Natale Dio si ripropone come autore di un dialogo nuovo, ...restiamo perplessi, silenziosi, sarà proprio così? Sarà vero che solo in Dio, per Lui e con Lui può cambiare il mondo, la vita, la persona, la società, la famiglia?

Dio non è un’abitudine, né un assioma, né un sistema culturale, né la ricerca di una fantasiosa consolazione nei mali del mondo. Egli è l’ostensione della umana debolezza come via per fare spazio al Divino. C’è una sovrumana dimensione della persona umana grazie alla quale c’è dignità, rispetto, diritti, aneliti, talenti e, infine, l’immortalità! Ecco l’appello trascendente del Natale «Dio si fa uomo perché l’uomo diventi Dio!» (Atanasio di Alessandria) con questa consapevolezza noi celebriamo la speranza!

A Natale si deve (!) ridimensionare l’orgoglio, la superbia, la diffusa disattenzione alla “casa comune”, e al necessario riconoscimento dei diritti degli altri.

Riascoltando l’inevitabile appello etico che sempre si ripropone a Natale “la chiesa, - rafforza la consapevolezza che già ora - sulla terra è adornata di vera santità, anche se imperfetta” (Lumen Gentium 48) e perciò si mobilita per ripercorrere la via della conversione che passa attraverso la solidarietà, l’accoglienza, l’ascolto, e la misericordia.

All’amata chiesa di Teggiano-Policastro e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà AUGURI DI UN SANTO NATALE!

+ p. Antonio De Luca