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Rallegrati

Scritto da Super User on .

24 dicembre - IV Domenica di Avvento

La Vergine Madre l’attese e lo portò in grembo con ineffabile amore (Prefazio avvento II)

Volge ormai al termine il tempo liturgico dell’avvento e il Natale è alle porte con il suo carico di sentimenti positivi, di generosi propositi e di splendide promesse. Tutto intorno, in questo periodo, appare scenicamente ineccepibile, preparato nei minimi particolari. Nelle case, come anche nelle chiese, è tutto pronto, ovattato da un’atmosfera che molti non esitano a definire “magica”. Eppure qualcosa non torna, non quadra…perché se il Natale è l’inizio di una vita nuova in Cristo ben vengano tutti i suoi segni esteriori, altrimenti passi presto il Natale, perché siamo riusciti a trasformarlo in un giorno come un altro. 

Forse è importante riscoprire la generosa disponibilità dell’uomo, come ha fatto Maria, gioiosamente, senza filtri che impediscano a Dio di agire, operando meraviglie nella storia dell’umanità. Il saluto che l’angelo le rivolse è questo invito a rallegrarsi perché Dio ha manifestato nell’umanità di Maria i segni concreti della sua vicinanza. Un vangelo conosciuto, spesso proclamato, che apre prospettive nuove, ma che facciamo fatica a rivivere nella nostra esistenza. La storia della vocazione di Maria è un richiamo forte all’impegno che nasce dalla propria vocazione, il sì semplice e pronto della fanciulla di Nazareth mostra accoglienza e ci indica la misura alta della prospettiva divina. 

Maria permette a Dio di invadere il suo mondo, senza paura né reticenze. Nel silenzio accoglie e custodisce il dono della maternità, fidandosi di Dio e permettendogli di assumere la fragilità della condizione umana. È proprio il silenzio a determinare la scelta di un sì semplice e generoso, fatto di preghiera e di servizio. Il silenzio fecondo spezza la monotonia del quotidiano, rigenera impulsi di novità, apre prospettive, spalanca orizzonti. Quello di cui oggi c’è tanto bisogno è la riscoperta dell’esistenza spesa per il bello, seminando il bene, lasciando una traccia di umanità nei rapporti interpersonali. 

Rinunciare alle posizioni conquistate, alle scalate di “carriera”, mettere al primo posto Dio con quello che chiede, senza pretendere altro…questo può segnare la rinascita del nuovo umanesimo in Cristo Signore. Il quale non si stanca di venire nella quotidianità del vissuto umano, rendendolo più divino, conferendo all’esistenza senso e significato. Alla sconcertante e rivoluzionaria proposta del Signore rispondiamo allora con uno sguardo nuovo, di fede, tralasciando aspettative e desideri che, seppur legittimi, possono allontanarci da quello che Dio ha sognato per ciascuno.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo