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Voce e Parola

Scritto da Super User on .

10 dicembre - II Domenica di Avvento

Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Lc 3,4.6)


La lettura del Vangelo di Marco, iniziata domenica scorsa, oggi prende l’avvio dall’inizio, dal capitolo primo e si innesta in modo straordinariamente significativo nel tempo di avvento. Tempo che ci riporta all’inizio, al momento nel quale la promessa si compie e Dio assume la natura umana.

Prima di accogliere Dio l’uomo ha bisogno di purificazione. Ha bisogno di recuperare i segni concreti dell’alleanza, la sua dignità di popolo eletto, scelto ed amato da Dio. E appare sulla scena un uomo che ricorda i grandi profeti dell’antico testamento. Si fa avanti Giovanni il battezzatore il quale, attraverso la sua predicazione, annuncia l’imminente avverarsi della promessa della venuta del messia. La conversione è al centro del suo ministero e del suo annuncio. Marco lo descrive all’inizio del suo Vangelo con tratti essenziali e lo identifica come voce che nel deserto grida: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” (Mc 1, 3).

L’intento dell’evangelista Marco è di dimostrare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e lo fa delineando le coordinate nelle quali si svolge la sua esistenza, quando ancora agli occhi di tutti egli era solo uno sconosciuto. E l’evangelista imprime alla sua narrazione la categoria di Vangelo, cioè una notizia buona, lieta, in grado di comunicare la salvezza. E la lieta notizia per Marco è Gesù stesso…

Giovanni annuncia l’imminente presenza del messia e il contenuto della sua predicazione è il battesimo di conversione. La forza della sua parola riesce a smuovere tanti che si sentono interpellati dall’esigenza urgente delle conversione, non più prorogabile. I tempi sono così maturi che bisogna impegnarsi in prima persona perché “ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura” (Is 40, 4).

Giovanni rispecchia in sé le caratteristiche del profeta, solitario, austero che concentra la sua attenzione e quella dei suoi interlocutori su colui che veramente conta. E, a scanso di equivoci, mette in chiaro che l’atteso non è lui, anche se cronologicamente precede il messia. Il più forte è ormai alle porte e Giovanni sposta su Gesù lo sguardo: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo” (Mc 1, 7-8).

La necessità di ri-orientare l’esistenza nell’ottica della conversione oggi interpella noi, certi che il Signore verrà e non tarderà. E come Giovanni dobbiamo limitarci ad indicare, senza occupare la scena. È questa la vocazione di ogni battezzato! E quando i fratelli hanno incontrato il Signore, come Giovanni, avere il coraggio di dire: “Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 28-30).

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo