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Venite... andate

Scritto da Super User on .

8 Ottobre - XXVII Domenica del Tempo ordinario

Da ultimo mandò loro il proprio figlio (Mt 21, 37).

Sono ormai alcune domeniche che il Vangelo narra la sconcertante storia di un rifiuto. Attraverso le parabole legate alla suggestiva immagine della vigna Gesù ha messo a nudo i sentimenti e le intenzioni di coloro che della vigna non avevano grande interesse, se non il loro… i discorsi duri di Gesù delle ultime domeniche sono una denuncia aperta contro coloro che al suo tempo avevano peso sia a livello civile che religioso.

Oggi è la volta dell’invito al banchetto di nozze che un re imbandisce per le nozze del figlio e davanti al quale risulta davvero strano opporre un rifiuto. Non più l’invito a lavorare nella vigna, ma l’invito ad un banchetto, ad una festa, per condividere la gioia di un amore. Premuroso il re che invia i suoi servi per porgere l’invito, strana la reazione di disinteresse degli invitati: “Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero” (Mt 22, 5-6).

La reazione del re davanti al rifiuto è quella di non andare ora troppo per il sottile: infatti manda i servi per invitare tutti coloro che avrebbero incontrato, senza alcune distinzione di rango, chiamando a partecipare alle nozze “buoni e cattivi”, fino a riempire la sala. Tra i tanti il re nota uno che non aveva l’abito adatto alla circostanza. Ma non era stato proprio il re a dare l’ordine di far entrare tutti, senza alcuna distinzione? Come mai ora questa severità?

Le distanze tra Gesù e suoi oppositori ora sono veramente nette. Con questa parabola Gesù denuncia ancora una volta l’incapacità dei primi destinatari della sua missione di riconoscerlo come messia inviato da Dio. Le autorità rifiutano Gesù, dimostrano una totale presa di distanza da lui, non hanno nessuna intenzione di entrare in relazione con Gesù.

Sorprende notare come questa parabola è pervasa dall’urgenza e dall’impossibilità di procrastinare oltre. Davanti al Vangelo l’uomo non può far finta di niente e, incontrato davvero il Signore, nulla può restare come prima. Non c’è più tempo da perdere!

Il nostro è un Dio includente, che sa attendere, che ci insegna la pazienza, che va oltre limiti e le inadempienze dell’uomo. Ci insegna ad avere atteggiamenti di gratuità, di accoglienza di perdono. Davanti a Lui l’uomo è messo di fronte alle sue responsabilità perché il giudizio di Dio mette a nudo le meschinità e le mediocrità dell’uomo. Ci vuole con sé, non accontentandosi del minimo. Richiede molto perché Lui per primo è pronto a dare tutto. Ce lo ha dimostrato invitandoci al banchetto di nozze del Figlio…

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo