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L'ultima speranza di Dio

Scritto da Super User on .

8 Ottobre - XXVII Domenica del Tempo ordinario

Da ultimo mandò loro il proprio figlio (Mt 21, 37).

Il nostro è un Dio che non si arrende, non tralascia nessun tentativo per ristabilire con il suo popolo una relazione di comunione e di amore. Il racconto evangelico di questa domenica è attraversato da questa disponibilità di Dio, insieme all'incapacità dell'uomo di saper riconoscere questa volontà salvifica del Padre. Una parabola dai toni scuri in cui emerge prepotentemente l'attenzione di Dio nei confronti dell'umanità.

Ancora un padrone, una vigna, dei lavoratori... il padrone che se ne prende cura in prima persona, lasciando poi ad alcuni la responsabilità di curarla, fino alla raccolta del frutto. E qui iniziano i problemi: tutti i servi inviati dal padrone vengono uccisi dai vignaioli perché ormai erano intenzionati ad impossessarsi della vigna. Per questo il padrone, infine, invia il figlio, l'erede, pensando che di lui avrebbero avuto rispetto: ma non è così, anzi proprio perché erede, viene preso, gettato fuori dalla vigna e ucciso.

La sorte di quei vignaioli è segnata. È Gesù stesso che fa trarre le conclusioni ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: "Che cosa farà a quei contadini? Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo. Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare" (Mt 21, 40-41.43).

Gesù, con questa parabola, emette un giudizio nei confronti dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo. In questa parabola è narrata la straordinaria capacità di Dio di non arrendersi mai, di continuare a mandare i profeti al suo popolo, rappresentato dalla vigna amata. Fatti fuori questi invia il Figlio... Ostinazione di Dio nell'amore, ostinazione del popolo che rifiuta e uccide.

Accusati di appropriazione indebita e omicidio plurimo i vignaioli non sono ritenuti più idonei a gestire la vigna. Non sono stati in grado di riconoscere al padrone ciò che gli era dovuto, anzi la loro malizia e cattiveria raggiunge il culmine quando uccidono il Figlio, l'ultima speranza. Il padrone metterà fine a questo scempio, togliendo la vigna a questi e affidandola ad altri vignaioli.

Gesù ha firmato la sua condanna. I sentimenti di odio verso di lui raggiungono toni alti. Ora l'unico modo per sbarazzarsi di Gesù sarà la sua uccisione, confermando ciò che questo Vangelo narra. È il racconto dell'amore di Dio che desidera, a tutti i costi, condividerlo con l'umanità, spesso ostinatamente lontana da lui.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo