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Le vie di Dio... le vie dell'uomo

Scritto da Super User on .

24 Settembre - XXV Domenica del Tempo ordinario

Apri il nostro cuore all’intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l’impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino. (dalla liturgia)

Mentre le nostre comunità iniziano a muovere i primi passi verso il nuovo anno pastorale, la liturgia della Parola di questa domenica aiuta a focalizzare meglio il pensiero di Dio e i sentimenti con i quali si rivolge agli uomini. Quanto è distante il modo di ragionare di Dio dal nostro! Non ci aspetteremmo un comportamento così palesemente sproporzionato. La narrazione della parabola apre uno spaccato proprio in questo senso: il modo di ragionare di Dio e quello dell’uomo.

Pietro aveva chiesto a Gesù quale sarebbe stata la ricompensa per se e per gli altri per averlo seguito. Qui Gesù innesta la parabola degli operai mandati a lavorare nella vigna dal padrone. Il contesto è la vendemmia e l’urgenza anche di vendemmiare perché l’uva non vada perduta. E la scelta degli operai fatta dal padrone è piuttosto strana: esce più volte al giorno per ingaggiare operai, tanto che gli ultimi lavorano soltanto un’ora a differenza di coloro che avevano faticato fin dal mattino. Al momento di regolare i conti i primi ricevono lo stesso trattamento degli ultimi.

Il mormorio e poi la protesta sono inevitabili. Si è consumata una palese ingiustizia. Ma il padrone risponde a questi che egli si è comportato così come avevano pattuito. Dio va sempre al di la dei calcoli umani, non si ferma a discutere su chi viene prima o dopo, questi sono calcoli tipicamente umani che, seppur leciti, non possono impedire a Dio di prenderne le distanze.

Ciò che conta per Dio è la disponibilità a seguirlo e l’unica ricompensa che il cristiano può desiderare è la gioia di servire Cristo e i fratelli. Tutto il resto è calcolo meschino, gretto e mediocre . Così come la pretesa degli operai della prima ora, simile a quella di molti cristiani che si ritengono tali ormai da anni, spesso insensibili alle sorti dei fratelli che si avvicinano alla fede della comunità.

Con Dio è sempre azzardato fare i calcoli, perché li stravolge sempre, dimostrando una sovrana libertà che, mentre sembra mortificare alcuni, dona a tutti le stesse possibilità, importandosene poco dei diritti acquisiti o degli anni di anzianità. Ciò che conta è la disponibilità a lavorare e non l’effettivo lavoro!

E non è un caso che molti cristiani oggi pensano che il rapporto con Dio debba costruirsi sul merito, sulle ore di lavoro, su quanto abbiamo dato, calcolando così quanto egli è obbligato a darci. Questa visione troppo umana di Dio non rende giustizia alla sua volontà di salvezza per tutti. È sorprendente notare come questo padrone offra a tutti la stessa possibilità, senza distinzione e senza fare preferenze.

E spera Dio che anche l’uomo riesca a liberarsi da quegli schemi troppo rigidi della giusta retribuzione che, se sono validi per la convivenza pacifica tra le persone, certamente non possono essere applicati al rapporto con lui. Perché tanto ogni tentativo risulterà inutile!

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo