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Il grano e la zizzania

Scritto da Super User on .

22 Luglio - XVI domenica del Tempo Ordinario

Il buon seme sono i figli del regno,
che alla fine splenderanno come il sole. (cf. Mt 13,38.43)

Gesù continua a parlare in parabole del regno dei cieli: “E’ simile a un seminatore”… che sparge il seme di grano buono nel suo campo. Una suggestiva immagine che richiama la larghezza con la quale Dio getta il seme della Parola, senza risparmio, anzi quasi svuotando le sacche. Si inserisce qui la sinistra figura del maligno che, con la stessa larghezza del padrone del campo, getta la zizzania che inizia a crescere insieme al grano buono. Azione che compie di notte, mentre tutti dormono, tipica del male che agisce sempre di soppiatto, senza clamore, senza chiasso. La sua intenzione è inquinare il grano buono, il buon raccolto con l’erbaccia senza frutto della zizzania per poi scomparire nelle tenebre.

Ci si accorge della zizzania troppo tardi, quando ormai inizia ad insidiare le spighe di grano buono. Quando i contadini si rendono conto dell’azione distruttrice del nemico, tentano di correre ai ripari. “Eliminiamo la zizzania” è la loro richiesta al padrone il quale, con lungimiranza, si oppone perché non venga sradicato anche il grano. “Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio” (Mt 13, 30).

Straordinario il temperamento di questo padrone: non ha fretta, ha capito che il suo nemico gli ha giocato un brutto scherzo, ma non dimostra impazienza, non è quello il momento di “regolare i conti”. E mette i suoi contadini davanti alla ferma volontà di far crescere grano e zizzania. Diverso l’atteggiamento dei contadini. Dormivano quando veniva seminata la zizzania. Non hanno saputo far fronte all’astuzia del nemico. Sono stati negligenti, si accorgono della zizzania solo quando ormai è troppo tardi.

L’eterna tentazione di separare i buoni dai cattivi, senza “se” e senza “ma”. Cercano di riparare al danno dimostrando tutta la loro incapacità ad attendere il tempo della mietitura, correndo il rischio di perdere il raccolto buono e per giustificare la loro inerzia. Sono così zelanti che quasi perdono di vista che al padrone interessa più il grano che il frutto sterile della zizzania. A questi Dio indica la strada della pazienza come l’unica soluzione al danno provocato. Arriverà il tempo della mietitura e solo allora si potrà separare il grano dalla zizzania.

Il Dio paziente torna a darci una lezione di vita! Spesso ci preoccupiamo eccessivamente del male, trascurando di fare il bene, ossessionati dai risultati che tentiamo di ottenere con la nostra giustizia sommaria. Dio insegna un atteggiamento diverso, pieno di fiducia nel futuro, aperto ad orizzonti inclusivi, mettendo da parte ogni tentativo di ingiusta separazione. Il bene e il male coesistono, ma solo a Dio è riservato il giudizio. Attendiamo fiduciosi il tempo della mietitura, perché ciò che oggi sembra zizzania, con l’azione di Dio, potrà diventare frutto buono per la vita del mondo.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo