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Uscì a seminare

Scritto da Super User on .

16 Luglio - XV domenica del Tempo Ordinario

“Accresci in noi, o Padre, la disponibilità ad accogliere il germe della tua parola, che continui a seminare nei solchi dell’umanità".(dalla Liturgia)

Nel pieno dell’estate la Parola di Dio continua a delineare il percorso bello ed entusiasmante della sequela di Cristo, la via del discepolato. Non va in vacanza la Parola, come non va in vacanza la fede di coloro che si impegnano a seguire il Signore, nella fedeltà che si concretizza nell’ascolto di quanto Egli dice alla Chiesa.

Il Vangelo di questa domenica concentra la nostra attenzione sulla Parola di Dio e la sua efficacia nella nostra esistenza. Gesù, con questo brano, inizia a delineare il discorso in parabole che riguarda il mistero del Regno di Dio. Terzo di cinque grandi discorsi di Gesù nel Vangelo di Matteo. Gesù inizia a disvelare il mistero nascosto ai sapienti e ai dotti, agli intelligenti secondo la carne, per essere rivelato ai piccoli, agli umili, ai miti.

La figura centrale del brano è il seminatore, è su di lui che dobbiamo concentrare la nostra attenzione. Meglio ancora: al centro vi è il seme, che finisce nella varie tipologie di terreno. L’intento di Gesù è di rassicurare coloro che lo seguono e che, da qualche tempo, hanno difficoltà a farlo, forse perché delusi dal comportamento troppo accomodante di Gesù che sembra non voglia prendere decisioni concrete e soprattutto non sfida l’invasore romano.

Gesù intende sottolineare l’efficacia della Parola di Dio abbondantemente seminata e che produce frutto non secondo le logiche umane, troppo spesso miopi e ristrette, ma secondo il cuore del Padre. Già Isaia aveva assicurato l’efficacia della Parola di Dio con le immagini della pioggia o della neve che rendono fertile la terra. Non sono i risultati a breve termine che devono distogliere l’attenzione da ciò che veramente conta! Gesù ci offre così la spiritualità della pazienza, insegna che l’attesa non è un tempo morto, sterile, infecondo. Egli non è venuto a soddisfare il nostro insopprimibile bisogno di una giustizia sommaria, animata unicamente dal “tutto e subito”. L’annuncio di Gesù non ha il sapore apocalittico dell’imminente giudizio, egli preferisce richiamare piuttosto la paziente opera del seminatore che getta il seme della Parola.

Il tempo della Chiesa coincide con la missione, l’annuncio, la testimonianza, la carità. Non importa, per ora, quale risultato si otterrà, non serve fare conti, pronostici, previsioni. L’accoglienza della Parola resta la sfida della nostra vita, la nostra riuscita come essere umani sta nell’accoglienza o meno del seme gettato dal Signore. Il gesto del seminatore non è spreco o dispendio: è solo abbondanza di benevolenza, misericordia e carità.

Uscire a seminare è la grande sfida della Chiesa di ogni tempo, che non tiene per se il seme prezioso della Parola di Dio, ma con larghezza d’animo rende al mondo ciò che a sua volta, gratuitamente, ha ricevuto.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo