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Nell'abbassarsi sta l'altezza massima

Scritto da Super User on .

9 Luglio - XIV domenica del Tempo Ordinario

La Parola di Dio che la Chiesa ci propone in questa XIV domenica del Tempo Ordinario ruota tutta intorno al tema dell’umiltà.

La stessa umiltà esaltata dal profeta Zaccaria, nella figura del re-messia che entra trionfante in Gerusalemme, cavalcando un puledro figlio d’asina. Egli è un re giusto e vittorioso, umile e pacifico, a differenza degli altri tiranni ingiusti e superbi, e prefigurazione dello stesso Cristo che entra su un’asina, umile, in Gerusalemme.

Ingresso messianico in umiltà: questa la spiritualità che segna tutta la vicenda terrena del Figlio di Dio fatto uomo. Una storia di kenosi e di abbassamento dal seno del Padre fino all’estrema umiltà della croce, per raggiungere ogni uomo: il “più” semplice, il “più” ultimo, il “più” abbandonato.

E in questa domenica l’umiltà di Gesù interpella la nostra umanità.

Nel pieno fallimento della sua opera di predicazione, di fronte alle folle che dopo uno slancio iniziale cominciano a non ascoltarlo, a non seguirlo più, Gesù esordisce dicendo: “ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11, 25). Un momento di grande intensità di tutto il Vangelo. Non i dotti o i sapienti sanno cogliere il dono di Dio, ma i piccoli, coloro che sono disprezzabili agli occhi del mondo sono quelli che il Padre predilige per la rivelazione del suo amore. E i piccoli non sono tali anagraficamente, non sono i bambini. Sono gli umili, quelli che non pretendono nulla, che vivono serenamente la loro condizione di creature, che non hanno richieste eccessive per se stessi. Una delle tentazioni a cui è sottoposto l’uomo è quella insidiosa di credere che può tutto e che tutto è sotto il suo solerte controllo!

L’esperienza di fede è un’esperienza di umiltà perché solo i piccoli sono in grado di entrare nella grandezza di Dio, i grandi non ascoltano. Solo gli umili hanno quella “povertà di spirito” che permette loro, attraverso l’ascolto, di possedere i misteri del Regno dei cieli già qui, su questa terra.

Al riguardo, poche settimane fa Papa Francesco, in un’omelia a Santa Marta, diceva: “se tu vuoi capire qualcosa del mistero di Gesù, abbassati: fatti piccolo […] perché il Signore si è innamorato della nostra piccolezza, sofferenza, stanchezza”. "Dio si conosce in ginocchio!".

Gesù è venuto per la liberazione dell’uomo e di tutto l’uomo dagli schemi rigidi di una religiosità solamente esteriore, il suo giogo è l’alternativa dolce e piena di speranza al rigido attaccamento alle formule dei sapienti di questo mondo. Nella vita dell’uomo si annida troppo spesso il disorientamento, la perdita di punti forti di riferimento; la stanchezza, la fatica, l’oppressione rendono l’uomo di oggi sempre più smarrito. Ad ogni uomo è rivolto l’invito del Signore Gesù ad andare da lui, conservando la certezza che troveremo ristoro e sollievo.

L'umiltà cristiana non è remissiva pratica di vita, né rassegnata sottomissione alla ineluttabilità del male che è nel mondo... L'umiltà dice all'uomo la sua provenienza dalla terra e tuttavia indica anche l'humus che raccoglie in sé una molteplicità di elementi generativi, capaci di far germogliare ogni vita. Pertanto l'umiltà è creatività, generosità, oblatività, disposizione interiore a rendere la croce percorso di salvezza.

Questa pagina di Vangelo oggi chiede a noi di porci come piccoli davanti a Dio, come chi da Lui ha tutto da imparare. Ci chiede di percorrere lo stesso cammino di abbassamento, di umiltà compiuto dal Figlio di Dio fatto uomo: perché è proprio nell’abbassarsi che sta l’altezza massima dell’essere cristiano.

C’è quindi un giogo di cui caricarsi: il suo, dolce per i miti e gli umili di cuore, dal peso leggero per chi ogni giorno sceglie di imparare da Lui l’arte del vivere, e così trovare ristoro dalle stanchezze e dalle oppressioni.

Imparando da Cristo l’umiltà, riscopriremo il vero volto di Dio e sapremo dargli il giusto primato nelle nostre scelte e nelle nostre storie, per abbandonare i desideri della carne e vivere da uomini liberi sotto l’azione dello Spirito Santo.

Buona e santa domenica!

+ P. Antonio, Vescovo