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Pasqua di Risurrezione

Scritto da Super User on .

16 Aprile - Domenica di Risurrezione

"Questo è il giorno che ha fatto il Signore...!"

Nel giorno di Pasqua, con l'assemblea credente riconosciamo che Dio scrive la storia della nostra gioia inserendovi novità inaudite e sorprendenti, capaci solo di generare una speranza affidabile, ed inoltre ce ne rende credibili annunciatori. E siamo anche diventati i custodi di una novità che ci ha rifatti, ristrutturati nel profondo del nostro essere: "se uno è in Cristo è una creatura nuova; le vecchie cose sono passate ecco ne sono nate di nuove" (2Cor 5,15).

Una novità è autentica solo se resiste alle prove del tempo, se non si lascia logorare dall’abitudine. Spesso siamo ossessionati e smaniosi di nuove idee, nuove emozioni, nuove conquiste, nuovi paradisi...risultano essere sforzi fallimentari se non ripartiamo dall’idea che ogni persona in Cristo Gesù, con Lui, e per Lui; è già novità, già gloria, già grazia; con tutti i limiti, la povertà, le piaghe... anzi saranno proprio queste l’identità del Risorto e di ogni risorto.... “di solito nei miracoli le piaghe scompaiono; qui (a Pasqua) restano, eternamente!” La risurrezione non fa dimenticare la croce, anzi la valorizza e la investe di una diversa e più profonda comprensione.

Questo è il giorno... E’ vero, la Pasqua è la cifra per comprendere ogni giorno e tutti i giorni e se emarginiamo dall'orizzonte dei giorni la Resurrezione, siamo destinati a fare i conti con le tenebre, la stanchezza e il peso del tempo, la noia e l’esecrabile “male di vivere”. La Pasqua, ricolmandoci di speranza, ci sospingere agli incroci della storia e del tempo, ci sottrae alla nostalgia abulica, svuota la pretesa di condanne e di giudizi saccenti e affrettati; i giorni diventano la scuola dell’amore, l’officina della pace, la benedizione che si protrae nel tempo che apre l’orizzonte dell’Eterno.

Nella Risurrezione di Cristo allora comprendiamo le ragioni della nostra vita, della nostra vocazione, di ogni impegno e di tutte le sfide... soprattutto la sfida della speranza, sottraendola al vuoto ottimismo e al buonismo degli spettatori della storia. La speranza si concretizza nel personale coinvolgimento con la fatica del quotidiano. Non si tratta più di erogare buoni consigli, né istruzioni per l’uso. Di fronte ai pericolosi sbandamenti culturali che indebolisco equilibri internazionali, i populismi incalzanti, e persino il mancato rispetto della casa comune, le parole devono trasformarsi in impegno, scelta e testimonianza.

Le vere insidie alla Pasqua sono la menzogna e la mediocrità. Non ci sfugga che il primo tentativo per ridimensionare la Risurrezione fu quello di comprare la libertà dei soldati per diffondere la notizia del trafugamento del cadavere di Cristo... ”Così questa menzogna si è divulgata... fino ad oggi” (Mt 28,15). E la mediocrità che non esulta per le grandi sorprese, e né ambisce a nuovi sussulti, ma che si accontenta del già avuto e del già fatto.

Una Pasqua la nostra segnata dalle lacrime per la violenza omicida contro i cristiani egiziani, per la furia assassina che ha colpito i bambini siriani, per le vite sommerse dal mare e per la sofferenza che attraversa gli sguardi e i volti di chi è senza terra, senza patria, senza legami. Sono lacrime che implorano la pace perché Cristo non è Risorto invano! In queste ore la minaccia alla pace mondiale diventa reale. Innalziamo invocazioni e suppliche al Risorto il cui primo dono è sempre la Pace!

Solo la gioia performativa della Pasqua ci rende veri educatori di una speranza capace di rinnovare il mondo ed il cuore di ciascuno di noi.

Vivere da redenti non è una tecnica, è piuttosto l’espressione di una ritrovata spiritualità e di un vigoroso impegno etico, per la santificazione del mondo.

Auguri!

+ P. Antonio De Luca