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Siate santi

Scritto da Massimo La Corte on .

19 febbraio - VII Domenica del Tempo ordinario

“…amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore…".

In una meditazione sul ministero ordinato Hans Urs von Balthasar scriveva: «La riuscita di un prete è sempre un miracolo della grazia. Il miracolo atteso sarebbe semplicemente la santità: quella di un uomo che in Dio ha perso talmente la coscienza di se stesso da stimare Dio come unica realtà importante». Una sfida importante che riguarda non solo la vita dei preti ma di tutti i battezzati. Per tutti il miracolo sarebbe la santità!

La Parola di questa domenica sottolinea proprio questo desiderio di Dio, che l’uomo condivida consapevolmente la vita divina: «Il Signore parlò a Mosè e disse: ...Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo». Per chi si sforza di seguire il Vangelo il cammino qui si fa arduo. Il Discorso della Montagna, che in questa domenica continua, è stato paragonato al discorso più rivoluzionario della storia, un susseguirsi inedito di paradossi, iniziato con le beatitudini. Gesù oggi ci chiede di osare, di non fermarci al possibile, a ciò che è previsto, ma andare oltre, al di là delle aspettative, a superare la giustizia di scribi e farisei…

Alla legge di Mosè, che pure era un’evoluzione rispetto al fai-da-te, un argine entro il quale far rientrare le controversie, Gesù indica il superamento, ciò che era stato stabilito attraverso la legge mosaica, con lui subisce un’evoluzione che umanizza i rapporti e ristabilisce la giustizia. Infatti non basta stabilire torti e ragioni, ripristinare una giustizia sommaria, bisogna invece troncare la spirale di odio e di violenza che spesso inquinano i rapporti umani. «Con la forza dello Spirito tu agisci nell’intimo dei cuori, perché i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano e i popoli si incontrino nella concordia. Per tuo dono, o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese, l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono» (Preghiera Eucaristica della Riconciliazione II). La giustizia evangelica va ben oltre il buon senso umano e Gesù non ha timore di indicare l’amore come l’unica arma del cristiano, così come ama Dio, con un amore senza misura. Solo così possiamo comprendere fino in fondo le sue parole: «Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle» (Mt 5, 39-42).

Il Vangelo è questa proposta di cambiamento, di conversione, è questo amore e disponibilità a tutti i costi. Non si stanca Dio di attendere e non viene meno il suo amore, anche per i «cattivi» sui quali egli continua sempre a far sorgere il sole e a far cadere la pioggia. Il suo ragionamento è distante dal nostro, che cerchiamo spesso di inquadrare tutto in un’ottica troppo orizzontale, senza nessuno slancio e senza nessuno spiraglio di speranza.

In Gesù, nella sua umanità, abbiamo la possibilità di vedere Dio così come egli è. Abbiamo l’esempio di un amore struggente, che non discrimina nessuno, sempre pronto a dare una nuova possibilità a tutti, soprattutto ai nemici, nella certezza che il male si vince solo con il bene e che solo così possiamo diventare figli del nostro Padre che è nei cieli.

Buona e santa Domenica.

+ p. Antonio, Vescovo.