Stampa

Beati?

Scritto da Massimo La Corte on .

29 gennaio - IV Domenica del Tempo ordinario

“Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli". (Mt 5,12)

Il Vangelo di questa domenica contiene il discorso della montagna, il momento nel quale Gesù, inteso come nuovo Mosè e legislatore per il popolo, comunica una legge superiore, che ingloba e oltrepassa la legge antica. Il rischio è che il contenuto possa essere travisato e causare aspettative deludenti. Le beatitudini costituiscono il programma per una vita riuscita, sono la proposta alta della vita cristiana.

Le beatitudini sono la via che conduce al cuore, all’essenza della vocazione cristiana. Al desiderio ardente dell’uomo di raggiungere la felicità, le beatitudini sono la risposta di Dio. In questa pagina di Vangelo è racchiuso il volere di Dio, troviamo la sua logica. Eppure ancora oggi molti non conoscono le beatitudini, forse sappiamo elencare con precisione i comandamenti imparati al catechismo e ai quali facciamo bene a rivolgere l’attenzione: ma le beatitudini spesso vengono lette in modo distratto, frettolosamente perché intese come un percorso irrealizzabile e troppo lontano dalla nostra esperienza.

Le beatitudini ci svelano l’identità di Gesù sulla quale si deve modellare la nostra. E ci ricordano che la vita cristiana non è un richiamo a ciò che si deve fare, ma a come dobbiamo essere. Dio ci ricorda che la vocazione cristiana è un appello alla felicità, alla gioia e le beatitudini sono la via necessaria per raggiungerla. Non è un codice etico, ma un invito a raggiungere la gioia già qui, in questa vita.

La gioia non è la mancanza di sofferenza, di dolore, di prove. Tante persone hanno conquistato il segreto della gioia attraversando la lunga notte oscura della prova. Costoro sanno che Dio è presente, che si prende cura di tutti i suoi figli, senza distinzione alcuna e che la sua è una promessa di realizzazione piena e definitiva. Il mestiere di Dio non è evitare ai suoi figli il dolore, la persecuzione, la prova, ma è comunicare la sua fiducia in noi e che tutto può essere superato con dignità.

Nel contesto attuale il discorso della montagna sembra utopistico e paradossale. Per noi è beato chi è ricco, potente, famoso. Nel mondo dell’immagine conta chi riesce a raggiungere visibilità, chi si impone con forza, chi conta di più. Un disperato bisogno di emergere soffoca ogni proposito di vera realizzazione umana. La proposta di Gesù è sconvolgente e ribalta ogni aspettativa: quelli che noi consideriamo infelici, oppressi, amareggiati occupano un posto particolare nel cuore di Dio.

Le beatitudini sono per coloro che hanno preso sul serio l’appartenenza a Cristo, che lottano senza lasciare nulla di intentato. Sono per coloro che con dignità attraversano le contraddizioni dell’esistenza umana senza perdere la certezza che Dio ha già risposto alla loro richiesta di giustizia. Così ha vissuto Gesù, ogni beatitudine è un riflesso della sua esistenza. E per questo non ha esitato a pagare di persona il prezzo più alto.

Buona e santa Domenica.

+ p. Antonio, Vescovo.