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Questi è il Figlio di Dio

Scritto da Massimo La Corte on .

15 gennaio - II Domenica del Tempo ordinario

“Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!”. (Gv 1,29)

Il Vangelo di questa seconda domenica del tempo ordinario ripresenta la figura eccezionale di Giovanni Battista, già incontrata durante l’avvento e il tempo di Natale. L’evangelista Giovanni si sofferma sul momento in cui Gesù si reca dal battezzatore non per farne un resoconto sull’evento del battesimo, ma soprattutto per indicare, in modo preciso, quando il Battista riconosce in lui il Figlio di Dio. Infatti nel quarto Vangelo non vi è il racconto del battesimo di Gesù, che appartiene alla tradizione dei Vangeli sinottici, ma il contenuto si concentra sulla testimonianza che Giovanni Battista offre di Cristo nel momento in cui egli si presenta da lui per ricevere il battesimo. Mancano gli elementi che contraddistinguono il battesimo di Gesù come narrato nei sinottici, ma qui troviamo però la testimonianza di Giovanni Battista. Non è la voce dal cielo che attesta che Gesù è Figlio, ma è la testimonianza di Giovanni che lo afferma, è la voce di un uomo che ha visto e creduto.

Lo Spirito che si posa come una colomba su Gesù riporta la mente al momento in cui, dopo il diluvio, una colomba reca un ramoscello di ulivo per gli abitanti dell’arca (Gen 7). Il significato è evidente: quello era il segno che tra Dio e il creato era stata ristabilita la pace e la riconciliazione. Così la colomba su Gesù indica che in Lui avverrà la riconciliazione definitiva e sarà costituita un’Alleanza eterna.

«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1, 29), esclama il Battista quando vede Gesù. E qui egli delinea la vocazione di Gesù e indica che proprio in Lui trovano pieno compimento tutte le figure della prima pasqua. In Gesù e nel suo personale sacrificio si ristabilisce la pace tra cielo e terra, egli toglie il peccato del mondo, il peccato della ribellione dell’umanità contro Dio, quando consapevolmente e per amore accetta di prendere su di se il male dell’umanità per essere redento.

Giovanni riesce a vedere ciò che non appare a prima vista. Pur ammettendo per due volte di non conoscere Gesù, egli intuisce che la salvezza è già presente ed ha un nome ed un volto. Da buon cercatore di Dio egli sa vedere oltre… non ha bisogno di grandi mezzi per ottenere ciò che vuole a tutti i costi. E niente lo fermerà, neppure la grettezza del potere costituito che crederà di porre un freno alle sue attese gettandolo in carcere. Anche da lì il suo cuore non si rassegna, vuole conoscere, sapere se finalmente Dio ha compiuto la sua promessa: Sei tu o dobbiamo attendere un altro? (Mt 11, 3).

Come Giovanni ogni cristiano dovrebbe ricercare incessantemente Dio e la sua giustizia, senza temere di calpestare i piedi a nessuno. Non ha l’ossessione di essere lui il centro, non pretende riconoscimenti o apprezzamenti. Cerca e ricerca solo quello che il suo cuore desidera. Ed una volta che le attese sono compiute sa che quello è il momento di lasciare spazio solo al Signore. E come il Battista ripete: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire» (Gv 3, 27-30).

Buona e santa Domenica.

+ p. Antonio, Vescovo.