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Chi è il mio prossimo?

Scritto da Massimo La Corte on .

10 Luglio - XIII Domenica del Tempo Ordinario

Il buon samaritano ebbe compassione:
“Va’ e anche tu fa’ lo stesso”. (cf. Lc 10,37)

Accostarsi al Vangelo ogni domenica dischiude orizzonti nuovi. Forse siamo un po’ distratti dal caldo e dall’estate; tuttavia il Vangelo mette in evidenza ciò che non dobbiamo mai perdere di vista, il centro di tutta la legge e i profeti: amare Dio e il prossimo. Ed è proprio su questo unico grande comandamento che Gesù promette la vita: Fa questo e vivrai.

La domanda iniziale dell’interlocutore di Gesù ha la caratteristica della concretezza, non fa astrazioni il dottore della legge, vuole vederci chiaro: Che devo fare per ereditare la vita eterna? La domanda di sempre, spesso anche la nostra si sofferma sul da farsi, su come fare, su cosa fare.

E soprattutto: Chi è il mio prossimo? Non era semplice individuarlo al tempo di Gesù, tanti erano i pareri su chi dovesse essere considerato prossimo. A quel dottore della legge interessa il parere di Gesù e lui abbatte le distinzioni con la parabola del samaritano. Indica un comportamento da imitare. E sceglie come figure negative un sacerdote ed un levita i quali passano oltre dopo aver visto un viandante derubato e malmenato. E si scorge una punta di polemica di Gesù nei confronti dei depositari del culto a Dio che, forse, non sono cattivi, ma vogliono solo mantenere la purezza rituale prescritta e che per questo non possono contaminarsi con il sangue. Questo atteggiamento che salvaguarda la legge a scapito dell’amore per il prossimo è fortemente criticato da Gesù, soprattutto nelle sue relazioni libere da schemi e pregiudizi con tutti quelli che avvicinano a lui bisognosi di essere accolti e salvati.

Come può il Signore gradire un culto alieno dall’attenzione verso il fratello, il prossimo? Per questo Dio stesso veste i panni di un samaritano che passa per quella strada, giunge accanto al malcapitato, lo vede e ne prova compassione. Il sentimento di Dio è la compassione! Il samaritano, disprezzato a causa della sua fede impura, diventa il modello dell’agire secondo il cuore di Dio e non è un caso che Gesù non scelga un fariseo, un osservante indicando che la bontà e la misericordia appartengono ad ogni persona.

Non interessa allora chi è il mio prossimo, ciò che conta è chiedersi: come devo comportarmi nei confronti del prossimo e soprattutto cosa significa amare il prossimo? Il samaritano ha dimostrato di non essere legato da schemi precostituiti, non ha fatto prevalere la diffidenza ed il contrasto religioso, il suo aiuto è stato disinteressato, generoso e concreto. Il prossimo si ama non a parole, ma con i gesti concreti!

La misericordia ha, infatti, i tratti caratteristici della concretezza. Non è solo un sentimento interiore e non si può limitare alla commiserazione. La misericordia è azione e gli atteggiamenti del samaritano lo dimostrano: 1. gli si fece vicino, 2. gli fasciò le ferite, 3. versò olio e vino, 4. lo condusse alla locanda e 5. pagò il conto.

«Questa parabola è uno stupendo regalo per tutti noi, e anche un impegno! A ciascuno di noi Gesù ripete ciò che disse al dottore della Legge: «Va’ e anche tu fa’ così» (v. 37). Siamo tutti chiamati a percorrere lo stesso cammino del buon samaritano, che è figura di Cristo: Gesù si è chinato su di noi, si è fatto nostro servo, e così ci ha salvati, perché anche noi possiamo amarci come Lui ci ha amato, allo stesso modo» (Papa Francesco).

Buona e santa domenica!

+p. Antonio, Vescovo.