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Il Dio respinto... continua ad amare

Scritto da Massimo La Corte on .

5 Luglio 2015 - XIV Domenica del Tempo Ordinario


“O Padre, togli il velo dai nostri occhi
e donaci la luce dello Spirito,
perché sappiamo riconoscere la tua gloria
nell’umiliazione del tuo Figlio”. (dalla Colletta)

“Da dove gli vengono queste cose?... E si meravigliava della loro incredulità…”. (Mc 6,2.6)

Gesù è uno che si presenta con i connotati umani, senza apparenze e senza effetti speciali. Non ha particolari che emergano, anzi si riflette un lui una normalità sconcertante, che deve fare i conti con l’incredulità, con l’incapacità di riconoscere in lui i lineamenti del Padre.

Il Vangelo di oggi narra una storia di rifiuto, una storia troppo umana che molto spesso è la nostra. Rifiuto di coloro che si presentano senza credenziali, per cui il loro messaggio è inficiato in partenza. È la storia di Gesù che viene rifiutato dai suoi concittadini, durante la celebrazione del culto in Sinagoga. Prefigurazione di un rifiuto più grande, che non riguarda un piccolo paese circoscritto, ma il rifiuto del popolo di Israele e che del resto attraversa tutta la storia del popolo di Dio.

L’uomo si meraviglia di un Dio troppo normale e oppone un netto rifiuto; Gesù si meraviglia di una umanità troppo intenta a cercare il sensazionale, senza accorgersi che Dio ha voluto assumere la umanità per conoscere fino in fondo il cuore dell’uomo. Ci stupisce che Dio sia simile a noi. Al Dio mite, ne preferiamo uno forte, potente, che non abbia nulla a che fare con modeste botteghe da falegname o con una parentela conosciuta.

Eppure è nella carne del Figlio dell’uomo, riconosciuta e accolta, che possiamo dirci di provenire da Dio, è lì in quella carne umana che Dio incontra l’umanità intera, quello è il luogo nel quale possiamo riconoscerci amati, accolti, benedetti.

Passare dallo stupore allo scandalo è un’operazione legittima, ma quando si tratta di Dio e fin troppo azzardata. Ma il Signore sembra non darci troppo peso, conosce il cuore dell’uomo, è consapevole di questo rischio. E non si scoraggia, non si perde d’animo! Pur non potendo operare molti miracoli, compie solo pochi gesti di guarigione, risanando interamente l’uomo privilegiando gli umili che hanno saputo riconoscere il lui il compiersi delle promesse di Dio.

Buona Domenica!

+ P. Antonio De Luca
Vescovo di Teggiano-Policastro