Stampa

Visita ad limina

on .

Lunedì 28 gennaio è iniziata la Visita ad limina dei Vescovi della Campania. Il nostro Vescovo Mons. Antonio De Luca, insieme con Mons. Andrea Mugione di Benevento, Mons. Pasquale Cascio di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, Mons. Giovanni D'Alise di Ariano Irpino-Lacedonia, Mons. Francesco Marino di Avellino, Mons. Michele De Rosa di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti, Mons. Ciro Miniero di Vallo della Lucania e l'abate di Montevergine Dom Beda Paluzzi, sono stati i primi ad essere ricevuti dal Papa.
Il 29 gennaio la Visita ad limina continuerà con la celebrazione alla tomba dell'Apostolo Pietro nell'omonima Basilica Papale. Successivamente i Vescovi Campani incontreranno i responsabili della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
Nutrito il programma di mercoledì 30 gennaio che prevede l'incontro con il Pontificio Consiglio per  i Laici e nel pomeriggio la Celebrazione nella Basilica Papale di San Paolo fuori le mura, sulla tomba dell'Apostolo Paolo.
 
Il 31 gennaio sarà ricevuto dal Papa il secondo gruppo di Vescovi Campani: S.Em. il Card. Crescenzio Sepe di Napoli con gli ausiliari Mons. Antonio Di Donna e Mons. Lucio Lemmo, Mons. Francesco Alfano di Sorrento-Castellammare di Stabia, Mons. Salvatore Giovanni Rinaldi di Acerra, Mons. Valentino Di Cerbo di Alife-Caiazzo, Mons. Angelo Spinillo di Aversa, Mons. Pietro Farina di Caserta, Mons. Beniamino Depalma di Nola, Mons. Gennaro Pascarella di Pozzuoli.
 
L'ultimo gruppo di Vescovi campani sarà ricevuto il 1° febbraio e sarà composto da Mons. Luigi Moretti di Salerno-Campagna-Acerno, Mons. Orazio Soricelli di Amalfi-Cava de' Tirreni, Mons. Giuseppe Giudice di Nocera Inferiore-Sarno, Mons. Antonio Napoletano di Sessa Aurunca, Mons. Arturo Aiello di Teano-Calvi, Mons. Tommaso Caputo di Pompei e l'amministratore apostolico dell'abbazia di Cava de' Tirreni Dom Giordano Rota.
 
 
La visita ad limina
 
La Visita ad limina (Ad limina apostolorum) è l'incontro che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo hanno in Vaticano con il Pontefice per illustrare quali siano le particolarità che contraddistinguono la loro diocesi dal punto di vista religioso, sociale e culturale, quali siano i nodi maggiormente problematici dal punto di vista pastorale e culturale e come interviene la Chiesa "particolare" su questi problemi.
Per quanto riguarda il termine visite ad limina apostolorum, risale ai primi secoli della storia della Chiesa; infatti, nel linguaggio canonico, con limina apostolorum erano indicate le tombe degli apostoli Pietro e Paolo e quindi le visite ad limina erano tutti quei pellegrinaggi compiuti dai fedeli che avevano come meta quelle stesse tombe. Lo stesso termine indicò la visita che tutti i vescovi dovevano fare a Roma, secondo quanto stabilito nel Concilio di Roma, nel 743, sotto papa Zaccaria.

Nel corso dei secoli tale pratica si andò affievolendo, ritrovando vigore solo nel 1585, sotto papa Sisto V che, con la costituzione Romanus Pontifex del 20 dicembre, ripristinò l'obbligo di tali visite dandogli cadenza triennale; le "visite" vennero riconfermato successivamente da papa Benedetto XIV con la costituzione Quod sancta del 23 novembre 1740.

Nel 1909, con il decreto della Congregazione concistoriale A remotissima (31 dicembre), la cadenza delle visite ad limina apostolorum fu portata a 5 anni (10 per gli Ordinari delle sedi extraeuropee), e fu stabilito che vi erano tenuti non solo i vescovi diocesani, ma anche tutti i soggetti ad essi equiparati (prelati e abati territoriali, amministratori e vicari apostolici). Nel 1975, la Congregazione per i vescovi riordinò ulteriormente le "visite" con il decreto Ad Romanam Ecclesiam del 29 giugno, ridistribuendo le zone per i quinquenni.

Ogni cinque anni il Codice di Diritto Canonico, ai canoni 399 e 400, prevede che il vescovo diocesano informi il Pontefice sulla vita della sua chiesa particolare. «Il Vescovo diocesano - recita il canone 399 al paragrafo 1 - è tenuto a presentare ogni cinque anni una relazione al Sommo Pontefice sullo stato della diocesi affidatagli, secondo la forma e il tempo stabiliti dalla Sede Apostolica». E al paragrafo 1 del canone 400 si legge: «Il Vescovo diocesano nell'anno in cui è tenuto a presentare la relazione al Sommo Pontefice, se non è stato stabilito diversamente dalla Sede Apostolica, si rechi nell'Urbe per venerare le tombe dei Beati Apostoli Pietro e Paolo e si presenti al Romano Pontefice».
Il senso delle visite ad limina è trattato nel Direttorio della Congregazione dei vescovi, pubblicato nel 1988, e afferma che queste non sono un "semplice atto giuridico-amministrativo consistente nell'assolvimento di un obbligo rituale, protocollare e giuridico". Esse portano un "arricchimento di esperienze" al ministero del Papa e al suo "servizio di illuminare i gravi problemi della Chiesa e del mondo", diversi a seconda dei "luoghi, dei tempi e delle culture".