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Anno Giubilare per il IX Centenario della morte di S. Pietro Pappacarbone

Scritto da Massimo La Corte on .

La Chiesa di Teggiano-Policastro, continuando insieme il Cammino Sinodale proposto da Papa Francesco, fa memoria dei testimoni luminosi del Vangelo che la Provvidenza ha donato alla Diocesi e si appresta a vivere con gioia uno speciale Anno Giubilare nella ricorrenza del IX Centenario della morte di San Pietro Pappacarbone (4 marzo 1123-2023), che fu Vescovo di Policastro e Abate dell’Abbazia di Cava de’ Tirreni.

Nel Decreto di indizione dell’Anno Giubilare Diocesano, il Vescovo P. Antonio De Luca esorta i sacerdoti, i religiosi, le religiose, gli operatori pastorali e tutti i fedeli a vivere con fede e docilità allo Spirito Santo questo tempo di grazia che il Signore dona alla nostra Chiesa.

L’Anno Giubilare sarà aperto il prossimo 4 marzo, giorno della solennità di San Pietro, alle ore 17:00, con la Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Massimiliano Palinuro, Vicario Apostolico di Istanbul (Turchia), nella Concattedrale di Policastro Bussentino (SA).

La Penitenzieria Apostolica, su richiesta del Vescovo, in occasione delle solenni celebrazioni in onore di San Pietro Pappacarbone, Patrono della Diocesi di Teggiano-Policastro, che si svolgeranno dal 4 marzo 2023 al 4 marzo 2024, ha concesso l’INDULGENZA PLENARIA alle consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice). Il dono dell’indulgenza si potrà ottenere compiendo il pellegrinaggio alla Concattedrale di Santa Maria Assunta in Policastro Bussentino in qualsiasi giorno dell’anno giubilare. Gli anziani, gli ammalati e tutti colori che per grave motivo sono impossibilitati ad uscire di casa, potranno ugualmente ottenere l’indulgenza, unendosi spiritualmente alle Celebrazioni giubilari e offrendo a Dio misericordioso le proprie preghiere e le proprie sofferenze.

Numerosi gli eventi religiosi e culturali programmati nel corso dell’anno giubilare per riscoprire la figura del Santo e la spiritualità benedettina. Particolarmente attesa e significativa la peregrinatio delle reliquie di San Pietro, che saranno a Policastro dal 22 al 29 aprile p.v. . L’urna contenente le reliquie, custodita sotto l’altare della Cattedrale dell’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni, sarà accompagnata a Policastro dall’Abate Dom Michele Petruzzelli.

Pietro nacque a Salerno nel 1038. Nipote di S. Alferio, primo abate e fondatore dell’Abbazia di Cava de’ Tirreni, ne seguì le orme scegliendo l’Ordine Benedettino ed entrò nella comunità monastica di Cava. Qui si dedicò alla vita eremitica, sul monte Sant’Elia, distinguendosi per lo spirito di preghiera e di penitenza, di dolcezza e umiltà. Desiderando perfezionarsi nella vita monastica, intraprese il lungo viaggio verso la Francia, restando per otto anni nella fiorente abbazia di Cluny, sotto la guida dall’abate Ugo.

Ritornato al monastero di Cava fu nominato Vescovo della Diocesi di Policastro, da poco tempo ricostituita. Dopo circa 3 anni di episcopato Pietro preferì far ritorno a Cava e l’abate Leone I, molto avanti negli anni, lo associò alla guida dell’abbazia. Pietro cercò di introdurre nella comunità monastica un modello di vita più rigoroso che si ispirava a quello appreso a Cluny, ma le resistenze incontrate tra i monaci lo spinsero a ritirarsi nel monastero di Sant’Arcangelo di Perdifumo, nel Cilento.

Dopo qualche tempo, richiamato dai monaci, fece ritorno a Cava. Il 12 luglio 1079 morì l’abate Leone I e Pietro subentrò in pieno nella carica di abate di Cava e delle sue numerose dipendenze, governando con fermezza e sapienza.

Se sant’Alferio fu il fondatore dell’Abbazia, san Pietro diede notevole impulso alla vita spirituale e all’attività dei monaci. Sotto la guida di Pietro “constructor atque institutor” il monastero fu ingrandito e l’Ordo Cavensis divenne una importante congregazione monastica, con chiese, monasteri e dipendenze in tutta l’Italia Meridionale.

Fu grande nell’esercizio delle virtù monastiche specialmente nell’orazione e nella penitenza, praticò con insistenza la dolcezza e l’umiltà, soprattutto con i monaci e nella correzione dei sudditi, di cui ricevé sempre stima ed affetto. Secondo la tradizione soleva dire «Voglio tirar al cielo con una catena anche chi non volesse venirvi».

Pietro morì pieno di meriti il 4 marzo 1123 e fu sepolto nella stessa cripta dei suoi predecessori. Nel 1874 Mons. Giuseppe Maria Cione, Vescovo di Policastro, curò la traslazione di alcune reliquie del Santo nella Cattedrale di Policastro, esposte alla venerazione in un prezioso reliquiario in argento. Le altre reliquie del Santo sono conservate in un’urna posta sotto l’altare della Cattedrale dell'Abbazia di Cava.

Dall’unificazione delle Diocesi di Teggiano e Policastro, avvenuta il 30 settembre 1986, San Pietro Pappacarbone è Patrono, insieme a san Cono, della Diocesi di Teggiano-Policastro.